Si rimescolano le carte sul tavolo della Fondazione Mps per la nomina del presidente. Oggi è stata messa in forte dubbio quella che avrebbe potuto essere una fumata bianca sul nome di Franco Maria Pizzetti in occasione della prossima riunione della deputazione generale convocata per il 2 settembre (leggi). Salgono le quotazioni della vice presidente di Confindustria Antonella Mansi che proprio oggi si è recata a Siena per un incontro con il sindaco Bruno Valentinie il presidente della Provincia Simone Bezzini.
Solo una chiacchierata? «Un incontro conoscitivo, una chiacchierata molto ampia con una persona di cui ho apprezzato le qualità – ha sottolineato Valentini al termine dell’incontro –. Senza che questo voglia dire niente sul piano della presidenza della Fondazione Mps. Stiamo valutando». Sul nome di Antonella Mansi ci sarebbe il favore anche di altri enti nominanti oltre all’ok di Simone Bezzini che avrebbe proposto ieri sera, in un faccia a faccia con il sindaco, la vice presidente di Confindustria. Un faccia a faccia che avrebbe fatto registrare ferme prese di posizione da una parte e dall’altra e durante il quale Bezzini ha proposto tre alternative a Pizzetti, il candidato “con il profilo ideale” secondo Valentini.
Le alternative «lontane da Siena» Oltre al nome di Antonella Mansi, il presidente della Provincia ha messo sul tavolo anche quelli dell’economista della Luiss Marcello Messori e del giurista Renzo Costi. Sui loro nomi Valentini avrebbe però chiuso la porta sottolineando «mi sembrano molto lontani da Siena». Tutti e tre i candidati avrebbero comunque già dato la loro disponibilità a sostituire il presidente uscente della Fondazione Mps Gabriello Mancini.
Possibili nuovi colpi di scena Prima del 2 settembre si prospetta uno scontro interno al Pd senese con possibili nuovi colpi di scena anche se il sindaco Valentini si dichiara fiducioso «spero che lunedì i membri della deputazione generale possano essere tutti d’accordo» e aggiungendo «nessuno dei vertici nazionali del Pd mi ha contattato su questa vicenda».
L’attacco di Monaci alla Fondazione L’altro scontro, questa volta a distanza e non il primo, è quello tra il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci e il presidente uscente della Fondazione Mps Gabriello Mancini. «La Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha comunicato sia la richiesta per la designazione di un membro della deputazione sia l'avvenuta nomina, non al Consiglio regionale della Toscana, che in base alla legge è l'organismo che deve designarlo, cosa che è comunque avvenuta, bensì alla Giunta regionale». E' in sintesi quanto Alberto Monaci ha rappresentato in una lettera indirizzata al presidente della Fondazione, Gabriello Mancini. Nella lettera Monaci ricorda che è stato «appreso solo dalla stampa dell'avvenuto rinnovo della deputazione generale della Fondazione Mps» e di aver così dato mandato agli uffici di richiedere la «comunicazione ufficiale della nomina del deputato designato dal Consiglio regionale della Toscana, non potendosi, infatti considerare comunicazione ufficiale – spiega Monaci – quanto fattoci pervenire per mera conoscenza anzichè per legale competenza». Le comunicazioni della Fondazione sarebbero infatti state inviate alla presidenza del governo regionale e non al consiglio, che, come ricorda Monaci nella lettera, «ha piena autonomia» e al quale soprattutto «spetta l'esercizio del potere di nomina dei rappresentanti della Regione. Tale esclusiva potestà – spiega ancora il presidente dell'assemblea toscana – d'altronde è sempre stata esercitata da questa assemblea legislativa nel procedere alla nomina del rappresentante della Regione della Deputazione generale». Invece la stessa Fondazione avrebbe «perserverato nell'errata imputazione della competenza di designazione, interloquendo con l'organo avente la legale rappresentanza dell'Ente Regione – cioè la giunta – ma giuridicamente estraneo al procedimento». Addirittura, aggiunge Monaci, si è giunti ad una «spiacevole diffida» da parte della Fondazione ad adempiere alla designazione «pretendendo che il conteggio dei termini temporali previsti dallo statuto della Fondazione decorressero non dal momento della presa in conoscenza da parte dell'organo designante», cioè il Consiglio, «ma dalla trasmissione al presidente della Giunta, organo estraneo, come ricordato, al procedimento». Da qui l'invito a recapitare al Consiglio, con «modalità giuridicamente e istituzionalmente corrette della comunicazione ufficiale dell'avvenuta nomina del rappresentante della regione Toscana nella deputazione generale».
La risposta della Fondazione «La comunicazione dell'avvenuta nomina è stata prontamente inviata sia al presidente della Regione Toscana, quale legale rappresentante dell'Ente designante e per conoscenza al presidente del consiglio regionale, quale organo designante» con una lettera «mandata via email il giorno 5 agosto alle 18.36, dopo l'avvenuta nomina nella seduta della deputazione generale tenutasi il giorno 5 agosto stesso, e successivamente inoltrata via posta normale. Quindi la comunicazione e' stata tempestiva ad entrambi gli organismi». E' quanto afferma la Fondazione Mps in una nota riferita alla lettera inviata dal presidente del Consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci al presidente della Fondazione Gabriello Mancini, nella quale si rileva che l'interlocutore istituzionalmente corretto è il Consiglio regionale della Toscana, che ha provveduto a norma di legge alla designazione, lamentando invece che le comunicazioni sono state inviate solo per conoscenza all'assemblea legislativa.
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