Quello di domani è un consiglio comunale importante per Siena. La situazione e i programmi sul futuro della Fondazione Mps saranno al centro del Consiglio comunale che si riunirà in seduta straordinaria, come chiesto dai consiglieri di opposizione dopo l’incontro tra il presidente dell’Ente Marcello Clarich, e i capigruppo consiliari: “Temi importanti che condizionano il futuro della nostra collettività – dicono in una nota consiglieri di opposizione, augurandosi che ‘il Pd e la maggioranza che governa la città, non voglia privare il dibattito della presenza del presidente Clarich. E’ quanto mai importante che il nuovo presidente e gli organi eletti raccolgano dai rappresentanti dei cittadini le istanze e le attese che si troveranno a dover gestire nel proprio lavoro”. Ma sarà una seduta in cui si faranno i ragionamenti senza l’oste, visto che Clarich, salvo sorprese dell’ultimora non sarà presente. In ogni caso, conoscere e condividere da subito la mission che i nuovi organi amministrativi vorranno dare all’ente di Palazzo Sansedoni, dopo la vendita di buona parte del patrimonio per ripianare la condizione debitoria, è uno degli obiettivi del Consiglio al quale, ricordano le opposizioni, “Clarich aveva dato la sua disponibilità a partecipare”.
La nota delle opposizioni si sofferma anche sul tema della “galassia-Fondazione”: “Non sono di minore importanza anche le decisioni che la Fondazione dovrà assumere in merito ad alcune partecipate – si legge nella nota – come Sansedoni SpA, Siena Biotech ed Accademia Chigiana, quest’ultima oggetto di inaspettata volontà di sostituzione dei nominati, analogamente a quanto già fatto per la Banca Mps”.
Su quest’ultimo punto, quello dell’avvicendamento dei consiglieri alla Chigiana, ci sarà un disegno, evidentemente. Un progetto preciso e impellente, se il presidente della Fondazione Mps ha deciso di convocare a Palazzo Sansedoni i consiglieri della Chigiana. E se e’ stato anche così rapido e pragmatico, nel chiedere a tre consiglieri nominati da appena un anno dalla Fondazione sotto la presidenza della Mansi, di farsi da parte. Chissà se analoga richiesta arriverà anche per i vertici della Sansedoni, alla luce anche dei risultati non proprio esaltanti.
In ogni caso, se ci fosse un nuovo disegno sulla Chigiana, da parte del suo proprietario, la Fondazione Mps, sarebbe comunque positivo. Perché finora non si sono, probabilmente, metabolizzate fino in fondo le grandi potenzialità dell’Accademia. E non lo ha fatto ne’ la città ne’ la Fondazione, quest’ultima dovendosi occuparsi via via di far quadrare i conti in rosso costante. Nei colloqui con i vari consiglieri dell’Accademia, Clarich avrà magari manifestato volontà di maggior controllo, di legami più stretti. Insomma, banalmente, l’intenzione di mettere in consiglio di amministrazione gente di più stretta fiducia, rispetto a chi e’ stato nominato dai precedenti vertici. Non si sa se e quanto i tre chiamati al sacrificio, abbiano apprezzato l’invito a farsi da parte. Ma non si prefigura certo un bis della vicenda dei quattro consiglieri nel Cda della banca Mps, sbloccata alla fine dalla scelta di Marco Turchi e Paola Demartini di lasciare il posto ai pattisti. Beau geste oltretutto moralmente irrobustito dalla devoluzione in beneficienza del bonus stanziato dalla Fondazione. Turba semmai che restino al loro posto gli altri due consiglieri espressi dalla Fondazione, Angelo Dringoli e Marina Rubini. E lo ha sottolineato anche il segretario provinciale Pd Niccolo Guicciardini.
Tornando alla Chigiana: i corsi di alta formazione dell’Accademia portano a Siena allievi da tutto il mondo. Ma la Chigiana non è solo un centro di formazione, seppure di altissimo livello. Non può limitarsi a questo: è un’istituzione della città, un’eccellenza vera, che ha bisogno di illuminare con la propria presenza Siena, e di conseguenza Siena nel mondo. Perchè non pensare, per esempio, ad un’orchestra composta da ex allievi, magari solo per un concerto di reunion una volta all’anno? Sarebbe un evento. O di chiedere ai maestri chigiani di esibirsi con orchestre come quella del Maggio Musicale Fiorentino, o della Camerata di Prato. Per dialogare con la Toscana e oltre, uscendo dall’isolamento che a volte appare elitario. Aprendo il salotto del Conte ad una dimensione di dialogo e fruizione che vada oltre la Micat in Vertice. Insomma, al di là dei consiglieri che vanno e vengono, il nodo anche per la Chigiana, è il solito: per una città che non ha più risorse garantite e precostituite, mandare in campi i talenti e le eccellenze per uscire dall’assistenzialismo, è la partita ineludibile. E le competenze indispensabili sono dunque l’unico presupposto per stare dentro i consigli di amministrazione, magari misurandosi con idee nuove. Alla Chigiana e in ogni altra stanza dei bottoni della città, o ci si adeguerà a questo, o resterà solo la fuffa dei giri di valzer intorno alle poltrone.