Intervista col botto oggi del sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi. In anticipo sul prossimo Capodanno, il primo cittadino ha dato fuoco alle polveri in merito a Fondazione e Banca Mps. Ed ha calibrato tempi e parole. Anzitutto i tempi. Ha atteso che da Palazzo Sansedoni (sede della Fondazione) venisse conclusa la fase di accordo con le banche creditrici (l’ultimo con Credit Suisse è di martedì scorso) e poi ha fatto aprire il taccuino al caposervizio de La Nazione Tommaso Strambi.
Voltare pagina «Fondazione e Banca restano un patrimonio da tutelare ancora», dice Ceccuzzi. Ma come? domanda La Nazione: «Bisogna voltare pagina con urgenza e determinazione. L’avremmo fatto comunque, ora bisogna agire anche più rapidamente per rinnovare la classe dirigente. Già le prossime settimane costituiranno momenti cruciali». Alla richiesta di maggiori chiarimenti dell’intervistatore arriva l’affondo: «Il riposizionamento di Banca e Fondazione deve avvenire nel segno della discontinuità. È un passaggio epocale per Siena che va affrontato con grande lucidità e visione prospettica».
«Mussari non intende proseguire l’esperienza» Da qui l’intervista entra nei destini degli uomini che dovranno guidare il passaggio epocale, considerato che nella primavera prossima andrà in scadenza il consiglio di amministrazione della Banca. Il sindaco dà per scontato che il presidente Giuseppe Mussari non è interessato ad un nuovo incarico (sebbene nei giorni giorni i massimi giornali italiani avessero fatto vari scenari in merito). «L’avvocato Mussari, già da molto tempo, ha manifestato ai soci la volontà di non proseguire la sua esperienza alla presidenza della Banca. Una scelta comprensibile anche in virtù di un impegno ormai decennale che lo ha visto per un mandato alla presidenza della Fondazione e due mandati alla presidenza della Banca. Saranno i soci, al momento opportuno, a fare le valutazioni che competono loro».
«Mi auguro stessa sensibilità della Fondazione» Ma Ceccuzzi non si ferma a Mussari e allarga il campo alla Fondazione. «Sono certo che altrettanta sensibilità verrà espressa quanto prima, anche da parte della Fondazione nei confronti degli enti nominanti». In pratica la richiesta di un passo indietro anche al presidente Gabriello Mancini, come sottolineato dal titolo stesso dell’intervista “Fondazione Mps: occorre cambiare. Subito». E questa, con qualche settimana di differita, è la risposta del primo cittadino senese allo stesso Mancini che nel corso di un dibattito (leggi) aveva detto che in merito all’indebitamento della Fondazione per garantire l’aumento di capitale della Banca di aver fatto solo «il proprio dovere e che «Comune e Provincia conoscevano perfettamente la situazione, le condizioni e i rischi cui andavamo incontro indebitandoci».
C’è da capire, adesso, se le parole del primo cittadino chiuderanno definitivamente l’argomento Banca e Fondazione e si volterà pagina con una «classe dirigente rinnovata» (parole di Ceccuzzi) o se questa intervista segna l’inizio di una conflittualità su più fronti che vedrà il Partito Democratico senese in grande stress nelle prossime settimane. Da tempo, ad esempio, la componente ex Margherita (capitanata da Alberto Monaci, cui lo stesso Mancini fa parte) ha richiesto una Direzione provinciale del partito sull’argomento senza avere né risposte né tantomeno convocazioni.