Il cordone ombelicale salva la vita: il 15% dei trapianti di cellule staminali emopoietiche in Italia proviene dalle sacche prelevate dal cordone alla nascita di un bambino, donate dalla sua mamma. Il 60% dei pazienti operati guarisce entro 5 anni. “Il 15% dei 1538 trapianti di staminali avvenuti nel 2010 – spiega Nicoletta Sacchi, direttore del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR) – è stato realizzato grazie alle cellule del sangue cordonale”.
I casi – “È una fonte privilegiata sia per gli adulti, che ne hanno usufruito nel 70% dei casi, che per i bambini – sottolinea il professor Alberto Bosi, presidente di Gitmo (Gruppo Italiano Trapianti di Midollo Osseo) e ordinario di malattie del sangue all’Università di Firenze. – Da cinque anni si è invertito tale rapporto, grazie alla selezione dei cordoni bancati (che devono contenere oltre 1 miliardo di staminali emopoietiche), al miglioramento delle tecniche di conservazione e all’efficienza dei registri che le mettono a disposizione. Le nuove frontiere della ricerca e della medicina ci permettono di usare due cordoni per un unico trapianto e di effettuare espansioni e infusioni intraossee. Tutte possibilità che migliorano i risultati, ampliando il numero di cellule reinfuse, per noi fondamentale”. Leucemie acute, immunodeficienze congenite, mielomi, linfomi e anemia mediterranea sono le patologie che più hanno bisogno di staminali e che sono in aumento in Italia, secondo i dati che saranno divulgati nel corso del quinto congresso GITMO (Gruppo Italiano Trapianti di Midollo Osseo), in programma al palazzo degli Affari di Firenze il prossimo 5 e 6 maggio.
Sensibilizzazione sul tema – A fronte di un aumento di staminali, diminuiscono i donatori familiari cioè consanguinei con sempre maggior bisogno di non familiari che rappresentano la fonte di oltre la metà dei trapianti effettuati lo scorso anno in Italia. L’85% di staminali sono state prelevate dal sangue periferico o dal midollo osseo di un donatore adulto. “Nonostante siano stati dichiarati ammissibili anche i soggetti di 60-65 anni – continua Sacchi –il numero di potenziali donatori non cresce adeguatamente in maniera preoccupante”. Attualmente sono 331 mila gli iscritti al registro nazionale di donatori (IBMDR) di midollo osseo. La probabilità di trovare un donatore compatibile sia una su centomila e solo il 30% dei malati lo reperisce tra i familiari.
Firenze