Focolaio Covid-19 nei centri di smistamento della società di trasporti Gls di Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino (Firenze): l’allarme è lanciato da Si Cobas e Adl Cobas, secondo cui fra i 115 magazzinieri impiegati, dipendenti in appalto del Consorzio Elettra, «sono 56 i positivi accertati, a cui se ne potrebbero sommare altri ancora in attesa di esito del tampone». I test sono stati effettuati tramite un laboratorio privato, si legge in un nota del sindacato, «dopo che nella giornata di lunedì erano emersi tre casi di positività al Coronavirus e molti dipendenti mostravano già sintomatologie associabili al virus». Peraltro, accusano i Cobas, «dopo i risultati dei tamponi, ai lavoratori negativi è stato richiesto di tornare a lavoro, senza premurarsi di effettuare un’indagine epidemiologica per riscontrare eventuali contatti con i positivi sul posto di lavoro».
La denuncia di Cgil Toscana: «Si poteva evitare» «Siamo a denunciare, anche se ora i tamponi sono stati effettuati su tutti i lavoratori, che tutto ciò si poteva evitare a seguito delle nostre denunce degli scorsi mesi alle prefetture ed alle Asl dei Comuni di appartenenza verso alcune aziende della logistica, tra cui Gls» tuona Cgil Toscana in una nota in cui sottolinea che «bastava mettere in campo le necessarie azioni preventive per il contenimento del Covid».
«Gls si faccia carico del rispetto delle norme» «Ci sono aziende fornitrici che rispettano le regole – denunciano Elena Aiazzi della segreteria Cgil Firenze e Monia Rialti della Filt Cgil area vasta. -, ma riteniamo che tutto sia vanificato se non viene attuata una applicazione totale dei Dpcm e del protocollo di regolamentazione da tutti i soggetti coinvolti. In questi mesi, nel nostro settore, abbiamo pressato le aziende per far rispettare le misure previste, a partire dal protocollo sottoscritto dalle segreterie nazionali con le relative controparti, allegando a tutti i vari Dpcm che si sono susseguiti con il tempo». Le sindacaliste chiedono «a Gls di farsi carico, in quanto committente, del rispetto delle norme, nel proprio magazzino e in tutta la filiera, e che vengano costituiti i comitati aziendali per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione. Non è accettabile nascondersi dietro blandi e generici inviti al rispetto delle regole».