SIENA – “Come si suol dire, siamo ormai “alle porte coi sassi”: manca, infatti, esattamente un mese alla data in cui nel collegio Toscana 12 si sceglierà il sostituto di Pier Carlo Padoan alla Camera dei Deputati, insediatosi, guarda caso, come presidente di Unicredit ad ottobre 2020.
Il relativo dibattito politico, nazionale e non, sta vertendo esclusivamente sull’ amara vicenda MPS; a tal proposito, ci vorremmo riallacciare alla famosa audizione del 4 agosto scorso tenutasi di fronte alle Commissioni Finanze di Camera e Senato riunite congiuntamente, in cui fu di tutta evidenza che, nonostante l’introduzione del Ministro Franco non lasciasse margini di aperture, gli interventi a seguire non mostrarono condivisione né seguimento rispetto all’impostazione data.
Dobbiamo, invece, riconoscere un sano ed apprezzato trasversalismo in tal senso che avrebbe dovuto indurre ad un minimo di riflessione ed autocritica. Illusione pura, per noi che ancora crediamo nella democrazia, visto che ad oggi nulla si è spostato, anzi, come ufficializzato dalla Banca nel suo ultimo comunicato stampa, è stato dato accesso in data room ad altri soggetti finanziari dando così adito a pensare ad uno smembramento del Gruppo in base esclusivamente alle proprie preferenze e convenienze di vario tipo”.
“Ora che siamo ad un mese dalle suppletive, ci rifiutiamo di far diventare la vicenda MPS l’unico oggetto del rush finale di una campagna elettorale priva di reale interesse per il territorio che dovrebbe, invece, essere rappresentato nella sua interezza a livello governativo”. Così le segreterie First Cisl territoriale Siena e Cisl Ust Siena intervengono sulla vicenda MPS.
“Al di là degli slogan, più o meno rassicuranti e sinceri, sulla salvaguardia della nostra storia, che va ben al di là di quella della Banca, non comprendiamo perché si dovrebbe attendere dopo il 3 ottobre per conoscerne il destino e le conseguenti ricadute sociali, economiche ed occupazionali sul territorio. In conclusione, dunque, tutto questo movimentismo, è reale o solo apparente? Se la decisione nefasta fosse già stata presa, come da più parti sostenuto, una compagine politica seria dovrebbe avere il coraggio di esporla e sostenerla evitando, invece, che vengano esternate dichiarazioni di diversa estrazione politica che creano false aspettative fra la comunità e le lavoratrici ed i lavoratori. Richiamiamo, quindi, tutti i soggetti interessati al bene della Città e della Banca, che ricordiamo avere carattere nazionale, a non spegnere il dibattito ma ad alimentarlo in maniera seria e costruttiva affinché venga fatta luce una volta per tutte sulle reali intenzioni del Governo, invitandolo ad ascoltare convintamente le voci di dissenso provenienti da più parti coerentemente con la funzione rivestita”.