Arriva in Toscana il Memoriale italiano “sfrattato” dal Block 21 di Auschwitz. Ad annunciarlo il presidente della Regione Enrico Rossi e il sindaco di Firenze, Dario Nardella che, raccogliendo l’appello fatto a marzo scorso dall’Associazione nazionale degli ex deportati politici nei campi nazisti (Aneed), proprietaria dell’opera, «concordemente – spiega una nota – hanno lavorato perché questa memoria nazionale possa non solo essere preservata, ma diventi punto di riferimento storico e culturale, testimone importante di una coscienza che non deve andar persa». A Firenze, il Memoriale sarà ospitato spazi di Ex3, centro d’arte attualmente chiuso.
Memoriale chiuso al pubblico dal 2011 Il Memoriale è chiuso al pubblico dal luglio 2011 per decisione unilaterale della direzione del Museo, inaccessibile persino agli studiosi. La direzione del Museo, sostenuta dal governo polacco e dal Consiglio internazionale di Auschwitz, ha ritenuto che l’installazione italiana non corrispondesse più alle linee guida emanate dal Museo negli ultimi anni, che «richiedono allestimenti di taglio pedagogico-illustrativo, mentre quella italiana è un’opera d’arte, un’installazione che, ripromettendosi di comunicare un orrore non altrimenti descrivibile, parla appunto con il linguaggio dell’arte».
Nardella: «Firenze sente forte l’orgoglio di accogliere in città un’opera simbolo della memoria nazionale» «La Toscana non poteva restare indifferente di fronte al richiamo dell’associazione degli ex deportati – ha detto Rossi -. Siamo la regione del primo Treno della memoria, che a gennaio 2015 tornerà ancora una volta ad Auschwitz con centinaia studenti. Siamo la regione che sta festeggiando quest’anno il 70esimo anniversario della Liberazione con una serie di grandi iniziative. Siamo la regione dell’accoglienza e della tolleranza, cui intitoleremo la nuova sede del Memoriale per farne meta degna dei richiami che contiene». «Firenze sente forte l’orgoglio di accogliere in città un’opera simbolo della memoria nazionale – il commento di Nardella – Un’opera che per sempre ricorderà a tutti noi l’orrore del campi di sterminio e la brutalità dell’uomo sull’uomo, perché ciò non torni mai più a ripetersi».