«Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Emanuela Loi, Walter Eddi Cusina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina». Sono i magistrati e gli agenti della loro scorta che nel 1992 1992 furono uccisi nelle stragi di Capaci e via D’Amelio e a cui oggi Firenze ha voluto dedicare un ulivo.
Il valore della legalità La cerimonia si è svolta nel giardino dell’Orticoltura con l’obiettivo di diffonder la cultura della legalità e della giustizia attraverso il dialogo di conoscenza e formazione. «I frutti dell'impegno di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano preziosi – ha sottolineato l’assessore assessore all’educazione e alla legalità Rosa Maria Di Giorgi – Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli agenti delle scorte sono stati servitori eccezionali dello Stato per lealtà e professionalità. Li ricordiamo e continueremo a ricordarli come grandi esempi morali per giovani e per tutta l’Italia. Ma per onorarli e combattere la mafia è necessario anche rifuggire dalla diffusa cultura della sopraffazione, della prepotenza e del disprezzo per le regole, troppo diffusi anche nella vita quotidiana. Questi atteggiamenti alla base di un modo sbagliato di intendere la vita che deve invece essere vissuta all’insegna del deciso rispetto delle regole, della trasparenza nella gestione della cosa pubblica e dell’attenzione alle grandi e piccole infiltrazioni criminali nella nostra quotidianità pubblica e privata».