Figure femminili in bronzo emergono da un ambiente semibuio, sotto le luci calde che evidenziano nell'ombra forme sapientemente scolpite. Le opere di Lea Monetti, sedici sculture che rappresentano e raccontano la donna di oggi attraverso il mito e l'allegoria, saranno esposte nella mostra “In principio fu Eva. L'urgenza della bellezza”, nelle sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi dal 15 marzo al 18 aprile. La mostra sarà inaugurata venerdì prossimo alle ore 17.
L’esposizione Il personaggio di Eva è preso a soggetto per l'istallazione principale: una rappresentazione speculare dove da un lato appare “La Eva Mitica”, seduta e pensierosa con intorno una grande quantità di mele da lei morsicate e dall'altro lato siede su una teca di vetro “Eva 2000”, traslazione moderna dell'antica figura. Dentro al cubo trasparente si vedono gli indumenti e gli oggetti quotidiani della Eva di oggi, le cose che usa a testimonianza del tempo in cui vive, come il lascito di un'epoca consumistica in cui scarpe, abiti e cosmetici – come a sostituire i tesori ritrovati nelle tombe delle antiche civiltà – diventano la mera eredità dell'esistenza femminile contemporanea. Intorno alle due sculture disposte a specchio, ci sono tre giovani ragazze portatrici di simboli allegorici: l'uva, la melagrana e la lucertola. Un richiamo all'immagine delle tre Grazie, assolutamente innocenti nella loro nuda bellezza. Nella seconda stanza saranno allestiti altre teste e busti di donna, una piccola e giovane Eva ed una maternità. Le sculture vivono in un'atmosfera onirica, circondate da una musica che accompagna il visitatore verso la visione di due video-art “El su'egno de la Amapola” e “Le vie del Mandorlo in Fiore”, poetiche immagini del sogno d'amore di un fiore di Rosolaccio, e del cammino sulle ombre dei rami di un mandorlo fiorito. Nella sala contigua, nell'oscurità si erge la forma alta, possente, ferrosa e magmatica di una donna la cui bellezza appare come devastata. L'opera dal titolo “Nuovo Rinascimento” è composta anche da un'altra piccola figura che sembra contemplare con sgomento all'ombra della figura che la sovrasta, simbolo di una situazione femminile straniante, dove l'idea di una nuova era di rinascita e' purtroppo fallita. Seduta su un alto muretto, come ad osservare la scena, è posta una bambina bronzea che guarda con stupore l'immagine inquietante del “Nuovo Rinascimento” contemporaneo.
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