«La squadra mobile e i Carabinieri sono riusciti a catturare la bestia». È questo l’annuncio del questore di Firenze Raffaele Micillo riferendosi all’arresto, di questa mattina, di Riccardo Viti (55 anni), l’uomo che si è reso «sicuramente responsabile del gesto – l’omicidio della donna rumena crocifissa tra Firenze e Scandicci – e, probabilmente, degli altri fatti simili riscontrati precedentemente» ha aggiunto ancora Micillo.
Le indagini e l’arresto A Riccardo Viti, gli investigatori sono arrivati anche ricostruendo tutto il percorso della sua auto, da quando ha preso a bordo la ragazza fino all’arrivo in via del cimitero di Ugnano, con le videoregistrazioni delle telecamere di sicurezza disseminate lungo il percorso. Al momento dell’arresto l’uomo aveva con sé anche il giubbotto indossato quella sera. Le immagini hanno consentito alla polizia di ricostruire il percorso fatto la notte tra il 4 ed il 5 maggio dal Fiat Doblò grigio di Viti dal momento in cui l’uomo ha preso a bordo la prostituta nella zona del parco delle Cascine all’arrivo nei pressi della strada che si perde in mezzo ai campi di Ugnano, interrotta dalla sbarra alla quale il corpo della ragazza era stato legato. L’auto di Viti é stata trovata parcheggiata nei pressi dell’abitazione dell’uomo e sequestrata. «Sono finito. Ormai non mi salva nessuno», sarebbero diventate queste le parole dell’uomo al momento dell’arresto. La compagna dell’uomo, secondo quanto appreso, lavora all’ospedale di Careggi e questa sarebbe un’altra prova relativa allo scotch utilizzato per immobilizzare la romena uccisa.
Le congratulazioni con gli inquirenti «Prove inconfutabili a carico dell’uomo che ha confessato il delitto di Firenze». Lo scrive del ministro dell’interno, Angelino Alfano, in un tweet in cui ringrazia le donne e gli uomini della polizia «che proteggono i cittadini». Anche il capo della polizia Alessandro Pansa ha chiamato il questore di Firenze Raffaele Micillo per congratularsi con gli investigatori della polizia fiorentina per l’arresto del responsabile dell’omicidio della donna romena.
Il silenzio dei familiari Intanto, i genitori di Riccardo Viti si sono chiusi nella loro abitazione a Firenze, in zona Careggi. Alcuni giornalisti stamani hanno bussato alla porta dell’abitazione. Da dentro una signora, probabilmente la madre di Viti, si é limitata a rispondere: «Andate via, non dico nulla, non vi dico nulla». Viti abita con la moglie, una signora dell’Est, e con il figlio di lei, un adolescente, in un appartamento comunicante con quello dei suoi genitori. L’appartamento è al secondo piano di un palazzo di sei piani. Al piano terra c’é una rimessa della famiglia Viti, dove Riccardo e il padre tengono gli attrezzi di lavoro: il locale, così come il furgone, è stato sequestrato dalla Squadra Mobile di Firenze.
Chi è Riccardo Viti? Una persona gentile anche se «un po’ ruvido e strano, a volte infantile». Così i vicini descrivono l’uomo arrestato stamani con l’accusa di essere il maniaco delle prostitute a Firenze. I vicini si dicono sconvolti. Molti conoscono sia lui che i suoi genitori che vengono definite persone «bravissime». Viti sarebbe diplomato in ragioneria ma non avendo un impiego da anni lavora con il padre che fa l’idraulico. Nel tempo libero insegna o fa l’arbitro di karate. La moglie lavora in un’azienda di pulizie che ha un appalto con l’ospedale fiorentino di Careggi. Un dettaglio significativo visto che alcune delle prostitute seviziate sono state legate con del nastro adesivo dell’azienda sanitaria. Una vicina, che stamani ha assistito all’arresto, racconta di averlo visto uscire in manette accompagnato dagli agenti. Dice di non conoscerlo troppo bene ma di essere rimasta colpita una volta quando in un supermercato lo vide con la madre mentre comprava dei prodotti «per lui ma più adatti ad un bambino». Una strana, stranissima sfaccettatura, di quello che è stato definito come «bestia».