Civico, “immersivo” e multimediale. Tutto questo e molto altro nel Museo Novecento di Firenze. Concepito in quindici ambienti espositivi, il nuovo museo fiorentino ospita una preziosa collezione di circa trecento opere, duecento delle quali provenienti dalla collezione civica e cento esposte grazie al comodato di artisti, collezionisti ed enti che hanno sostenuto la nascita di questa nuova istituzione. Realizzato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti, il museo sorge nella sede restaurata dell’antico Spedale delle Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella.
Firenze culla dell’arte del ‘900 «Oggi diamo finalmente vita al progetto che nacque dalla lungimiranza del critico Carlo Ludovico Ragghianti che dopo l’alluvione del 1966 lanciò l’appello ad artisti e collezionisti per la creazione del Miac (il Museo Internazionale di Arte Contemporanea) – spiega il sindaco di Firenze Dario Nardella –. Dopo trenta anni, l’antico Spedale delle Leopoldine rivive per dare luce al nostro patrimonio ma soprattutto per educare le nuove generazioni. Guardiamo al futuro ponendo un nuovo importante mattone nell’offerta museale già ricchissima della città di Firenze».
Le opere in mostra De Chirico, Morandi, Vedova, Fontana, Chiari, Cagli, Accardi, Mafai, Bacci, Donghi, Casorati, Martini, De Pisis, Guttuso e tutto il Novecento fiorentino per dare vita al nuovo museo dedicato all’arte italiana del ventesimo secolo. Parte da un ingresso “imbuto” giallo fluo il lungo percorso curato da Valentina Gensini, ordinato in senso cronologico, tematico e interdisciplinare. La macchina del tempo scorre à rebours , dal presente a inizio secolo, in un impianto espositivo che non rinnega la tradizione museale ma la arricchisce: un ipertesto che si apre verso altre discipline e dimensioni in un perpetuo dialogo. Una immersione nel “secolo breve” tra pittura, scultura, istallazioni, musica, poesia e letteratura. Accattivanti le postazioni multimediali e i tablet che arricchiscono l’esperienza di fruizione alla quale si accostano dispositivi sonori, sale video e rari filmati e fotografie d’epoca, interviste e riviste. Due piani e un’altana per ammirare tutta l’eccellenza fiorentina del Novecento, compreso il padiglione di Firenze alla Biennale di Venezia del 1988, la saletta ascolto con le prime mondiali del Maggio Musicale Fiorentino e il piccolo padiglione dedicato alla moda e alla nascita di Pitti.
L’esposizione Ricchissime le collezioni in mostra. Dalla raccolta delle borse di studio per i giovani artisti e da questi donate al Comune (1964-1974), alla donazione di Alberto Magnelli il Museo annovera importanti opere provenienti dalle collezioni Palazzeschi e Alberto Della Ragione. Un’altra sezione è “Ottone Rosai: poeti critici e artisti”. A rendere il progetto ancora più interessante la serie di lasciti di Rosai al Comune di Firenze negli anni Sessanta, comprendenti le celebri serie dei Tondini e degli Amici, ritratti di persone care realizzate dall’artista e nati inizialmente per una fruizione privata.
Il Museo del Secolo Breve Il Museo Novecento è stato realizzato grazie al sostegno di partner come Ente Cassa di Risparmio di Firenze che ha finanziato il progetto con oltre sei milioni di euro e Gioco del Lotto che sabato 28 e domenica 29 giugno aprirà gratuitamente il museo a tutti offrendo visite guidate e laboratori “Io gioco con l’arte”. «Osiamo e investiamo in cultura in questi tempi di crisi anche nella speranza di essere un faro a livello nazionale di un nuovo modo di concepire i beni culturali», conclude soddisfatto il sindaco Nardella che non manca di ricordare come grazie ad un particolare abbonamento annuale di soli dieci euro si possa tornare più volte al museo usufruendo di tutte le iniziative e le conferenze proposte.