«Il rischio di una nuova alluvione a Firenze esiste ancora» e se si ripetessero le stesse condizioni del 1966, «attualmente succederebbe più o meno la stessa cosa, perché a livello di opere idrauliche si è fatto solo qualcosa e non sono sufficienti da dire che in Santa Croce l’acqua non ci andrebbe». Lo ha detto il segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Arno Gaia Checcucci parlando con i giornalisti oggi a Firenze.
L’alluvione, ha aggiunto, «forse si sposterebbe un po’ più a valle e stavolta sarebbe più preoccupante la situazione a Scandicci e Lastra a Signa». Secondo Checcucci, nel caso dell’Arno, le opere contro il rischio idraulico sono «fondamentali e strategiche perché solo con queste si abbassa il rischio. L’innalzamento della diga di Levane e le 4 casse di espansione a Figline Valdarno, permetterebbero di invasare quasi 40 milioni di metri cubi di acqua con una diminuzione del picco di piena di quasi del 20%, e poter così gestire il rischio su Firenze».