pasqualC’è un coro che amano cantare allo stadio ‘Franchi’ di Firenze che fa: «Non è un brasiliano però, che gol, che fa, Manuel Pasqual» con l’ultima consonante del capitano gigliato a lungo prolungata per dare enfasi al canto gioioso. Non è un caso che il numero 23 della Fiorentina sia tornato ad essere titolare domenica scorsa e che la squadra viola sia torna a vincere in casa, con l’ultimo precedente che vedeva proprio Pasqual titolare sulla fascia sinistra: 29 ottobre contro l’Udinese. Un ritorno a giocare dal 1’ per il classe ’81 di San Donà di Piave dopo quasi due mesi di assenza per un infortunio rimediato con la Nazionale italiana, dove in breve tempo con il c.t. Antonio Conte è diventato prima uno degli inamovibili fra i convocati e poi spesso titolare.

Le tante vite di Pasqual Ogniqualvolta è stato dato per finito, morto e sepolto calcisticamente parlando all’ombra del Duomo del Brunelleschi, Pasqual si è saputo rialzare e dimostrare di essere piu’forte di sempre, ed ancora uno dei mancini migliori del campionato italiano. Se qualcuno un giorno avrà voglia, potrà scriverci un film su questo ragazzo arrivato a Firenze nell’estate del 2005, e diventato piano piano un uomo, forte e gentile, determinato e silenzioso, professionista come pochi nel pallone nostrano, che fa dell’autenticità del suo essere, il proprio marchio di fabbrica. Dici Manuel Pasqual e scrivi garanzia, perché pur non essendo nato fenomeno, ha saputo migliorarsi e crescere allenamento dopo allenamento, non avendo amici o santi in paradiso, ma dimostrando con i fatti tutte le sue qualità: umane e calcistiche. Acquistato dalla Fiorentina la bellezza di quasi 10 anni fa, il ragazzo cresciuto nel Liventina Gorghenese è di fatto la storia recente del club a guida Della Valle, protagonista di diverse vite, tutte diverse con la maglia gigliata: da quella partita nel 2005-2006 dove contribui’alla conquista con la rosa allora guidata da Prandelli,  della partecipazione alla Champions League, poi diventata Europa League per le vicende di Calciopoli, con il poi ex c.t. azzurro che  non ebbe neanche il coraggio di comunicargli la sua esclusione dalle lista di giocatori che avrebbero potuto giocare le coppe europee l’annata successiva, passando per gli anni del ritorno all’inamovibilità nel ruolo di terzino, fino alla scorsa estate, quando il tecnico prima e la società poi, lo hanno emarginato e non difeso dai possibili assalti sul calciomercato di altri club.

Tutti lo vogliono, ma lui ha solo Firenze in testa Nel silenzio, con solo tanta voglia di parlare con i fatti, Pasqual ha ancora una volta risposto presente, e fra un assist a Pelle’ in azzurro, ed un gol al Paok che è valso la qualificazione ai sedicesimi di Europa League per sé stesso ed i suoi compagni, ha risalito la china, superando come detto un infortunio patito contro la Croazia il 16 novembre scorso, segnando domenica scorsa contro il Palermo un gol che ha aperto le porte per la vittoria della Fiorentina. Perché nonostante la ridda di voci nei suoi confronti (lo sogna Inzaghi nel suo Milan, lo ambisce la Roma di Totti, ed è bramato pure dalla Juventus), il capitano gigliato ha sempre dimostrato di mettere Firenze in cima ai suoi pensieri. Non solo, ha sposato della città varie iniziative benefiche, diventando testimonial di associazioni propagatrici di messaggi sociali, come l’Ail. A dispetto di un contratto che si rinnoverebbe con la società viola solo in caso di un minimo di 20 presenze da 45’, oggi, per non dire già ieri, ovvero ad inizio stagione, gli si dovrebbe prolungare il contratto, anche solo come segno di riconoscenza per quanto fatto in questi suoi oltre 3000 giorni fiorentini. Riconoscenza che poi è il sentimento a cui i Della Valle hanno fatto riferimento nella mancata estensione del legame con Neto. Pasqual per la Fiorentina è uno straordinario valore aggiunto, tecnico e di immagine, ed il fatto che indossi quella fascia, simbolo di potere nello spogliatoio, dovrebbe essere premiato, come il punto di partenza di una nuova vita di tutto il mondo viola, che dopo il successo contro il Palermo, e l’arrivo del patron Andrea Della Valle lo scorso week-end, decisivo nel fare quadrato nel club di sua proprietà,che sembra ripartita, e ci si auguri non voglia fermarsi piu’.

 

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