Una rete a 3 minuti dal triplice fischio finale realizzata da Giovanni Simeone salva la Fiorentina da una sconfitta che altrimenti avrebbe avuto il sapore della beffa in virtu’ di una gara, in particolare nel primo tempo, dominata dai gigliati. L’attaccante argentino, figlio del tecnico dell’Atletico Madrid, evita lo stillicidio di critiche che lo avrebbero atteso al varco, in coabitazione di ‘colpe’ con Thereau, dopo una serie di conclusioni fra l’impreciso ed il grossolano della coppia d’attacco viola, consentendo al Cholito ed i suoi compagni di vivere le due settimane di sosta del campionato con un peso in meno sulle spalle. Alla fine si mordono le mani sia la squadra di Luciano Spalletti che quella di Stefano Pioli: la prima perché una volta passata in vantaggio ha fallito con Borja Valero soprattutto ma anche con Candreva poi, il colpo che sarebbe stato del k.o., e la seconda perché domina per larga parte della gara, soprattutto a livello territoriale e di possesso palla, grazie ad un pressing asfissiante, ma che non impensierisce quasi mai Handanovic che risulta decisivo pero’ prima su una punizione di Biraghi e poi su una rovesciata di Babacar. La rete di Icardi è arrivata al 55’ su una conclusione del capocannoniere del campionato di serie A bravo a trafiggere Sportiello che pochi istanti prima era stato quasi miracoloso nel respingere un suo colpo di testa. Gli ingressi in casa viola di Babacar ed Eysseric non hanno sortito gli effetti sperati, mentre la mossa quasi della disperazione attuata da Pioli a 5’ dalla fine, ovvero Gil Dias per Veretout, in un 4-1-4-1 di ‘assalto’ alla fortezza nerazzurra, ha dato i risultati sperati, anche in coincidenza di un Inter che ha visto nel quarto d’ora finale schierare Santon centrale difensivo per l’uscita causa infortunio di Ranocchia.
Pioli: «La squadra sta facendo bene» «Essere qui a rimpiangere due risultati positivi, ma non pieni, significa che la squadra sta facendo bene – ha raccontato nel post partita il tecnico gigliato Pioli – Giocare alla pari con Milan e Inter, anzi anche meglio, significa che siamo cresciuti. Non abbiamo concretizzato bene le occasioni, meritavamo noi il vantaggio e invece siamo andati sotto per l’unica disattenzione difensiva: non meritavamo di perdere e l’abbiamo riacciuffata alla fine. Abbiamo creato tantissime situazioni offensive contro avversari sempre ben posizionati. Ci alleniamo per essere piu’ precisi sotto porta: e’ il tassello che ci sta mancando per vincere questo tipo di partite». Per Pioli l’Inter «e’ stata brava e fortunata a non subire il gol del vantaggio,ma bravi anche i miei che hanno avuto un bello spirito e voglia di riprenderla».
Capitan Astori: «Non abbiamo mollato fino alla fine» A nome della squadra gigliata ha parlato nel post gara del Franchi il capitano Davide Astori. Fiorentina-Inter «è stata una partita bella, ci tenevamo a vincere sì ma anche a convincere, cosa che c’è stata dal primo all’ultimo minuto – ha raccontato il capitano gigliato -. Siamo stati bravi a non abbatterci dopo il primo tiro in porta loro che è equivalso al gol, non abbiamo mollato fino alla fine e questo è un punto positivo. Dobbiamo migliorare un po’ sulle situazioni offensive perché riusciamo a saltare la prima pressione avversaria ma siamo stati poco cattivi ma poco cattivi nell’ultimo passaggio e nelle conclusioni». Davide Astori ha poi parlato del primo ritorno di Borja Valero da ex giocatore gigliato. «Abbiamo salutato lui come Vecino, come abbiamo fatto con tutti i giocatori che tornano a Firenze dopo averci giocato.-ha proseguito il difensore gigliato Questi due ragazzi si meritavano un rientro così perché hanno dato tanto alla Fiorentina per cui credo durante la partita abbiano fatto il loro lavoro ma siamo stati bravi noi a non far emergere le loro qualità». Proprio sul primo ritorno a Firenze da ex calciatore della Fiorentina di Borja Valero, oltre agli applausi dedicati dai tifosi viola al classe ’85 madrileno fin dal riscaldamento di quest’ultimo nel pre gara, da segnalare uno striscione affisso all’esterno della curva ‘Fiesole’ e firmato dal club piu’ rappresentativo del cuore caldo del tifo gigliato, ovvero l’1926, il cui testo recitava: ’Una società di pagliacci non riconosce un uomo vero: bentornato Borja Valero’.