Come un anno fa la prima partita della serie tra Milano e Siena si conclude con una debacle per quest’ultima. Allora erano i quarti di finale di una cavalcata che condusse i biancoverdi al titolo e che si concluse con un netto 103-79, ora invece è una gara di finale a chiudersi sul 74-61. Un punteggio finale che quasi non chiarisce del tutto quanto Milano sia stata in grado di controllare dal primo all’ultimo minuto.
Troppo brutti per essere veri Senza girarci troppo attorno alla Mens Sana non è riuscito assolutamente nulla. Fin dal primo momento l’attacco è sembrato completamente imballato e la difesa in totale balia della circolazione di palla avversaria, per la verità non sempre trascendentale. A Milano è bastato uno scossone nel secondo quarto per chiudere definitivamente i conti, con un Jerrels che all’intervallo aveva già superato il suo massimo stagionale di punti con 21. Il nativo di Austin si è infatti sempre trovare pronto sull’arco, quando Milano gli recapitava puntualmente palla dopo il penetra e scarica o dopo il raddoppio che Samules subiva in post basso. La coperta di Crespi è giocoforza molto corta e se Milano continuerà a essere così pronta nel punire ogni scelta difensiva la serie potrebbe rivelarsi fin troppo corta. Ma più di tutto sono i numeri finali a chiarire bene le difficoltà anche di un attacco che non ha mai trovato uno sbocco: 1/19 da tre, pari al 5.3% e una valutazione finale di 90-52. Dati fin troppo chiari, soprattutto per una formazione che ha sempre fatto del tiro da tre un’arma fondamentale. In tutto questo risalta in maniera accecante la prova incolore di Haynes, totalmente avulso dalla partita tanto da confezionare anche un 1/6 dalla lunetta oltre a un 2/11 dal campo per un totale di cinque punti. Senza il leader emotivo e tecnico questa Mens Sana non potrà andare molto lontano per forza di cose.
Cosa salvare Qualcosa da cui ripartire c’è o forse sarebbe meglio dire qualcuno. È stato un Othello Hunter in grande spolvero infatti quello ammirato al Forum, nettamente e per distacco il migliore per i biancoverdi. Alla fine per lui 19 punti e 10 rimbalziche gli sono valsi un 23 di valutazione ma anche la costante sensazione di essere un pericolo per la difesa milanese. La sua capacità di rollare e poi di concludere al ferro con una coordinazione del corpo da ‘vecchia scuola’ è stata senza dubbio una delle cose migliori per la Mens Sana. Oltre a questo Hunter ha anche marcato in maniera più che convincente Samuels (anche facendosi aiutare spesso da raddoppi) e probabilmente dovrà rifarlo in maniera più convinta anche nelle successive partite. Anche le buone prove di Cournooh e Nelson sono piccoli semi che si spera possano germogliare nei prossimi giorni, in attesa di vedere gli aggiustamenti di Crespi per gara 2.