I risparmi degli aretini sembrano aver ripreso strade conosciute: se fino alla fine di novembre dalle filiali i clienti uscivano dopo aver portato via i soldi, ora il flusso sembra essersi invertito. Fonti vicine alla dirigenza di Nuova Banca Etruria parlano di richieste di finanziamenti “triplicate” nei primi 15 giorni del nuovo anno rispetto allo stesso periodo del 2015, prima ancora che il commissariamento di fatto li bloccasse quasi completamente. Giovedì scorso la banca aveva diffuso i primi dati: in 8 settimane erano state deliberate 2.006 pratiche di fido per 273,6 milioni e, dal 23 novembre, avviate 173 operazioni (16,2 mln) di mutui e piccoli prestiti. «Certo che li ho lasciati qui… Io non avevo obbligazioni ma solo un po’ di soldi sul conto», spiega una signora sui cinquant’anni. «Mi sono informata e a quelli che sbraitano e si agitano – aggiunge -, dico che oggi la banca è una delle più sicure». Lei domenica scorsa era in piazza San Jacopo, ad Arezzo, ad ascoltare quanti si sono alternati sul palco durante la protesta organizzata dal Movimento 5 stelle. «Chi ha perso tutto ha ragione, ma ora bisogna guardare al futuro e qui di deteriorati ora non ce ne sono più», conclude la donna che dice di essere un’artigiana.
Il marchio resterà lo stesso? In attesa di conoscere chi comprerà l’istituto nessuno sembra preoccuparsi troppo di sapere se il marchio resterà lo stesso. Qui ha una storia e, nonostante, tutto un certo appeal forse lo conserva. C’è però la consapevolezza che questa volta occorra davvero voltare pagina e ricominciare, magari anche con un altro marchio, «perché abbiamo bisogno di una banca del territorio che funzioni, comunque si chiami», dice un altro cliente dell’istituto. Molti oggi hanno comprato i giornali per leggere il nome del compratore ma sono rimasti delusi. Bankitalia, gli advisor e il presidente delle good bank, Roberto Nicastro, non renderanno noti i nomi di chi, entro le 18 di lunedì, ha presentato la manifestazione di interesse per Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Secondo fonti finanziarie una di queste riguarderebbe la sola banca Etruria mentre un’altra offerta sarebbe pronta per la Federico del Vecchio, interamente controllata dall’istituto aretino. Intanto sul fronte giudiziario, secondo alcuni quotidiani, il Procuratore Roberto Rossi ieri si è incontrato con il collega di Forlì Sergio Sottani che da tempo indaga sulla maxi inchiesta dei ’50 mila evasori’. Da quelle carte sarebbero emersi una serie di bonifici sospetti, per circa 20 milioni di euro, transitati da alcune banche di San Marino su Etruria. Carte che andranno ad arricchire il già ricco fascicolo aperto dalla Procura toscana.