Accrescere le erogazioni dello 0,2% del patrimonio netto in 3 anni. E’ l’obiettivo che si pone la Fondazione Mps secondo quanto contenuto nel documento programmatico strategico pluriennale 2017-2019 approvato venerdì scorso dall’ente di Palazzo Sansedoni. «Nel breve e medio periodo compatibilmente con i risultati rilevati a rendiconto, si individua un livello annuo dell’1% per il 2018, dell’1,1% per il 2019 e dell’1,2% per il 2020 con riferimento al patrimonio netto contabile risultante dal bilancio dell’esercizio precedente» si legge nel documento. L’1% del patrimonio netto corrisponde oggi a circa 4,3 milioni di euro. Ipoteticamente, dunque, le erogazioni potrebbero arrivare ad oltre 5 mln per il 2020.
Speranza nelle cause legali Confermati i cinque i settori rilevanti di intervento: arte e cultura, famiglia, ricerca e volontariato, con particolare attenzione allo sviluppo economico e sociale. «Al fine di recupero e crescita della capacità erogatoria, è ferma la volontà della Fondazione nel proseguire il contenzioso legale attualmente in essere al fine di recuperare parte del proprio patrimonio, attraverso i potenziali risarcimenti conseguibili in sede giudiziale e stragiudiziale» spiega inoltre una nota della Fondazione Mps riferendosi alle cause legali in atto e alle azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici di Banca e Fondazione Mps.
Investimento marginale in banca, la Fondazione resta alla finestra L’investimento della Fondazione Mps nella conferitaria Banca Mps «alla luce delle recenti vicende inerenti la ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato italiano, ha ormai assunto un peso molto marginale sul totale degli investimenti». Si legge ancora nel documento programmatico strategico pluriennale 2017-2019 approvato dalla deputazione generale dell’ente di Palazzo Sansedoni che detiene lo 0,1% delle quote azionarie della banca senese. La Fondazione Mps sottolinea poi nel documento che «saranno attentamente monitorati gli sviluppi del piano industriale recentemente approvato dalle autorità europee al fine di verificare eventuali prospettive favorevoli per un investitore di lungo periodo quale è la Fondazione».