Il sequestro della villa Wanda e le prime, immediate e accalorate, reazioni. L'ex venerabile della loggia P2 Ligio Gelli è stato descritto come “molto seccato” per il sequestro preventivo – notificatogli dalla Guardia di Finanza di Arezzo – dell’immobile dove il massone continuerà a vivere a 94 anni di età. «Sono cose vecchie – avrebbe detto lo stesso Gelli -, risolverò tutto». Bocche cucite invece per avvocati dell’ex gran maestro della P2, e cioè Raffaello Giorgetti e Gianfranco Ricci Albergotti, dopo l’apertura dell’indagine per reati fiscali in cui Gelli, la moglie, i figli e un nipote dovranno rispondere all’accusa di “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte” (leggi).
Il sequestro di villa Wanda Alienazione simulata per salvare villa Wanda. Questo contesta il Gip del Tribunale di Arezzo Annamaria Loprete nelle sei pagine che compongono il provvedimento alla famiglia Gelli. L'ordinanza, emessa su richiesta del pm Roberto Rossi, è stata notificata ieri allo stesso Licio Gelli ed ha portato al sequestro preventivo di Villa Wanda. In particolare, tra i debiti con l'erario emersi, i crediti tributari quantificati dal gip ammonterebbero a 6 milioni e 237 mila euro per l’ex enerabile gran maestro della loggia P2, a 9 milioni e 996 mila euro per il figlio Maurizio, un milione e 559 mila euro per la figlia Maria Rosa e 568 mila euro per il figlio Raffaello. Stando a quanto emerso – risporta l’Ansa – la villa sarebbe passata dalla società Sator, riconducibile ai figli, alla società Vali riconducibile alla compagna Gabriela Vasile a al nipote Alessandro Marsili. Secondo gli inquirenti, Gelli e i famigliari, consapevoli dei rilevanti debiti da pagare all'Erario e prevedendo l'attivazione prossima delle procedure di riscossione coattiva da parte di Equitalia, hanno pianificato e realizzato, in un brevissimo arco di tempo, una serie di atti e negozi giuridici fittizi per svestirsi della proprietà di villa Wanda, passata alle società gestite al 100% da moglie, figli e nipote.