Un Natale fuori dagli schemi, diverso dal solito, anche tra i fornelli e sulle tavole di cenoni e pranzi. È la ricetta che ci suggerisce lo chef Lella Cesari Ciampoli della Scuola di Cucina di Lella, a Siena (in Via Fonebranda). Lella, da vera e propria docente quale è, ci dà alcuni pratici consigli per un pranzo di Natale coi fiocchi, gustoso e bello da vedersi grazie ad un’estrema cura per quello che concerne le presentazioni, ma anche attento alla spesa e ai costi (video): un fattore che, in tempi di spending review e crisi economica, non guasta mai. La tradizione senese e toscana non può far mancare sulle tavole del pranzo di Natale, prodotto abbastanza costoso di per sé ma con la possibilità di avere molteplici impieghi tra forni e fornelli.

Il cappone di Natale con Lella «Ci sono molti modi per portare in tavola un bel piatto a base di cappone – spiega Lella -. Una preparazione bella per il Natale è quella con la pasta sfoglia. In sostanza si divide in due il cappone già disossato: la parte bassa va macinata o tritata con un tritacarne, quella alta va spolpata e tagliata a fette abbastanza sottili da disporre poi su uno strato di carta da forno bagnata, appiattire con un batticarne e aggiungere sale e pepe “qb”. Con l’altra metà si prepara un panetto di farcia (con erbette aromatiche, sale, pepe e un paio di cucchiai di latte)da disporre poi sulle fette di cappone. Si arrotola il tutto con la carta forno, si lega con uno spago e si fa cuocere il composto in brodo o in acqua salata. Quando è cotto – conclude la ricetta la nostra chef -, si mette il tutto dentro la pasta sfoglia, magari da adornare con stampini e disegni di carattere natalizio, e si cuoce in forno per 10-15 minuti».

Anche occhio e risparmio vogliono la loro parte I consigli di Lella poi si spostano sul versante della presentazione, ed anche il nostro cappone non sfugge a questo adornamento. «Possiamo servirlo con degli impasti di patate da mettere su stampini di carattere natalizio oppure realizzare degli sformati di gobbo, così come vuole la tradizione. Da non dimenticare infine – chiude Lella -, che tutte le parti del cappone che non abbiamo utilizzato possono essere riutilizzate per fare poi un buon brodo». Non male come menù, non male come risparmio. Buon appetito…

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