FIRENZE  – “L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Uno dei passaggi più significativi della dichiarazione Schuman, rilasciata dall’allora ministro degli Esteri francese il 9 maggio 1950, apre il videomessaggio del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, alla seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana.

Una citazione non scontata: quello di Schuman viene infatti considerato il primo discorso politico ufficiale in cui compare il concetto di Europa come unione economica e, in prospettiva, politica tra gli stati europei. “E mai come in questo momento quelle parole risuonano attuali” ricorda Sassoli.

La “forza” del pensiero di Schuman “attraversa la nostra storia comune” prosegue il presidente. “Ci indica la strada che dobbiamo percorrere”. E settanta anni dopo, l’Europa sta attraversando un momento “davvero complesso”. La pandemia rappresenta uno “spartiacque. È riuscita a mettere in evidenza le contraddizioni di un mondo globale senza regole che specialmente negli ultimi venti anni non ha fatto altro che produrre fratture e disuguaglianze nel nostro corpo sociale. Tutto ciò pone dei grandi interrogativi ma la risposta è che non possiamo tornare al mondo di prima”. Rivolgendosi soprattutto ai giovani e agli studenti, Sassoli afferma che la pandemia “non può essere una parentesi” ma deve essere considerata “un’occasione per cambiare, per progettare insieme un futuro giusto”. Non si tratta di “recuperare le ricette del passato ma di leggere con lenti diverse le sfide della contemporaneità”.

“Non dobbiamo – prosegue – avere paura della complessità e non è più accettabile un economia senza morale, uno sviluppo senza giustizia, una crescita a scapito delle generazioni future”. E in questo senso Recovery plan e Next Generation EU rappresentano, a detta del presidente del Parlamento, “non solo la risposta Europea alla pandemia e agli effetti che ha prodotto ma anche una grande opportunità per realizzare nuovi modelli capaci di conciliare crescita e sostenibilità. In questo momento storico è fondamentale agire insieme, proteggere la nostra coesione sociale, incoraggiare l’Unione a discutere, a fare politica, a cercare convergenze perché vuol dire rafforzare la nostra democrazia e rendere i cittadini protagonisti di questa grande e straordinaria Comunità”. “La politica – osserva – non può essere per pochi. La conferenza sul futuro dell’Europa può davvero rappresentare una valida occasione per stimolare e coinvolgere le nostre opinioni pubbliche. La democrazia si basa sulla partecipazione e noi dobbiamo recuperarla a tutti i livelli”.

“Oggi più che mai – conclude – dobbiamo affrontare tante sfide che la contemporaneità ci mette davanti e per affrontarle c’è bisogno del contributo di tutti. Credo che la Toscana saprà offrire un esempio di come vivere e interpretare le sfide di questo tempo”.

“Come stare come Toscana in Europa – ha detto il Governatore della Toscana Eugenio Giani – è un ruolo che ci deriva dal nostro DNA e dalla nostra cultura. Negli anni settanta, dopo che un congresso a Messina aveva lanciato l’idea di un’Università europea, si discusse molto dove fare il centro degli studi universitari post laurea. Dove i dottori di ricerca dell’Unione europea potessero contribuire a formare una classe dirigente e grazie a personalità di grandissimo spessore come Amintore Fanfani e Giorgio La Pira, la scelta fu quella che portò al primo atto costitutivo, nel 1972, dell’Istituto universitario europeo. Il prossimo anno festeggeremo i cinquanta anni di quell’atto, in cui attraverso una convenzione gli Stati membri si univano per far partire l’esperienza di una Università europea che è oggi sulle colline di Fiesole, ed è il nostro riferimento del modo di stare in Europa. Noi sentiamo un ruolo simbolico, attraverso questa istituzione, del modo in cui la Toscana sta in Europa e guarda all’Europa come il livello istituzionale fondamentale per un futuro carico di speranza per le giovani generazioni”.

 

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