Si sono ritrovati in oltre duemila ieri sera allo stadio Castellani di Empoli pochi minuti prima delle 23 per assistere ad uno spettacolo che a dispetto della location non era una partita di calcio ma che ha dato emozioni ben maggiori. Tantissimi i tifosi azzurri che hanno voluto accogliere la rosa guidata da Maurizio Sarri che, grazie al successo ottenuto a Torino, in uno strano pomeriggio feriale di inizio maggio, hanno conquistato matematicamente la salvezza in serie A con ben quattro turni di anticipo.
Il miracolo Empoli Un piccolo miracolo calcistico si aggiunge nella storia del principale club sportivo della Valdelsa che quando partì la scorsa estate ai nastri di partenza della sua ottava stagione nel massimo campionato italiano era anche dai più esperti del mondo del pallone designata già come squadra destinata alla retrocessione. «Ed invece è accaduto che nessuno sapesse quali valori umani prima ancora che tecnici può esprimere lo spogliatoio dell’Empoli che è fatto non solo da eccellenti giocatori ma anche da grandi uomini che hanno continuato a fare quello che già facevano l’anno scorso in serie B: sudare e lottare per la maglia, nel rispetto massimo di chi li sostiene e della società, componenti che hanno creduto in loro – ha spiegato un Maurizio Sarri visibilmente emozionato nel commentare la salvezza raggiunta –. Io ho dovuto solo in un certo qual senso non rovinare quanto di buono c’era in questo gruppo, provando ad aggiungere qualcosa dell’esperienza che ho maturato negli anni da tecnico. Non c’è stato un momento in cui ho capito che ci saremmo salvati perché non abbiamo mai fatto calcoli ma anzi abbiamo sempre pensato prima a giocare bene ogni gara, e poi al nostro obiettivo».
Salvezza raggiunta con 4 turni di anticipo Scosso in positivo da un traguardo centrato con largo anticipo, nonostante la sua lunga esperienza nel calcio che conta, è stato ieri sera Massimo Maccarone. «Per me questo era il primo campionato di Serie A da giocatore dell’Empoli e ho fatto anche dei sacrifici per restare in questo gruppo perché volevo fortemente mettermi alla prova e soprattutto regalarmi e regalare una nuova soddisfazione ai nostri tifosi – ha raccontato il classe ’79 di Gallarate –. Credo che abbiamo fatto qualcosa di straordinario che verrà ricordato a lungo. Siamo stati una squadra davvero eccezionale, che ha saputo dimostrare di essere uno spogliatoio fuori dal comune. Lo testimonia quanto fatto sul campo ma anche le cene che ci hanno visto protagonisti fuori dove abbiamo cementato le nostre amicizie che hanno coinvolto anche le nostre famiglie. Se Rugani e Valdifiori sono arrivati in Nazionale, se Barba e Verdi sono tornati in Under 21, è perché sono stati aiutati da tutti».
Il bel gioco azzurro, motore per la permanenza in Serie A La stagione dell’Empoli è stata segnata anche dai numeri: da Valdifiori miglior assist man del campionato italiano a Pucciarelli che ieri contro il Torino ha provato 30 passaggi ed altrettanti gli sono riusciti. Poi c’è Rugani che è risultato il difensore italiano sempre presente in ogni gara e mai ammonito e soprattutto c’è un calciomercato che già adesso fa parlare di molti giocatori azzurri nel mirino delle big. «La salvezza è il nostro scudetto, sappiamo tutti come siamo partiti e come eravamo visti- ha precisato Mirko Valdifiori -. Abbiamo lavorato con umiltà, e raggiunto qualcosa di magnifico per la società e per la piazza. Sarri ci ha dato un’identità di squadra, ogni giocatore sa cosa deve fare in campo e il mister ci dà l’opportunità di far bene le partite: ora non dobbiamo accontentarci ma arrivare il più in alto possibile».
Il futuro empolese «Conosciamo la nostra realtà, le nostre possibilità economiche, non costringeremo nessuno a rimanere ma tutti sanno quello che significa giocare nell’Empoli e quali sono i vantaggi – ha concluso nel giorno della festa il presidente azzurro Fabrizio Corsi –. Credo che è il nostro progetto societario a vincere prima ancora che i singoli giocatori. E poi ci sono i tifosi che sono un patrimonio che siamo stati contenti di aver allargato ogni giorno di più. Abbiamo dimostrato che fare calcio nasce dalla programmazione e non dai sogni irrealizzabili. E’ questo il grande segreto dell’Empoli: non ci siamo snaturati alla serie A ma siamo rimasti gli stessi. Questo è stato il nostro vero successo».