Prenderà il via il 28 novembre la festa della Toscana, quest’anno con un pensiero rivolto alla Francia duramente colpita dai fatti di terrorismo che hanno insanguinato le strade di Parigi nel 2015. Si comincia al teatro della Pergola con un concerto di Roberto Cacciapaglia, ideatore dell’inno per l’Expo di Milano, preceduto dagli interventi del presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dello storico Giovanni Cipirani e da un esponente del Governo. Il senso del collegamento d’Oltralpe, ha spiegato Giani, sta «proprio nel dire che ci sentiamo tutti fratelli. Nel ricordare i 130 che sono caduti vittime della brutalità del terrorismo dell’Isis, per le vie di Parigi, noi dobbiamo pensare ai valori fondanti che la Francia ha espresso nella nostra comune casa europea. Allora pensiamo a cosa significò l’illuminismo, questa grande stagione della seconda metà del ‘700 che aprì il mondo alle idee fondate sulla ragione, non sui dogmi ideologici e religiosi e proprio da quel filone dall’Illuminismo nacquero le idee anche di Pietro Leopoldo, questo giovane diciottenne rampollo della casa regnante a Vienna, che era il secondogenito della coppia imperiale e che fu destinato ad essere guida del Granducato di Toscana».
All’avanguardia in Europa In un excursus storico, Giani ha ricordato di come Pietro Leopoldo «arrivò, proprio 250 anni fa, in terra di Toscana e da quel 1765 iniziò un percorso di autentico riformismo che trasformò la Toscana in uno degli Stati d’avanguardia in Europa. Proprio in questo Stato d’avanguardia qualche anno dopo, era il 1786, Pietro Leopoldo emanò quel motu proprio, era il 30 novembre, che aboliva la pena di morte e la tortura». Di conseguenza, ha tirato le fila Giani, «penso che partendo da questo vivremo la 15esima edizione della festa della Toscana, la quale dalle riforme di Pietro Leopoldo si interroga sulle riforme del domani».
La polemica Nel frattempo suscitano polemiche le dichiarazioni lanciate su facebook dal consigliere Roberto Salvini che ad un post che invocava la chiusura delle moschee con tutti i fedeli musulmani dentro ha chiosato, scrivendo, «e la bacinella di zolfo accesa». «Io non sono un censore che prende provvedimenti, io dico che le parole di Salvini sono inaccettabili.-ha sottolineato Giani-. Sono assolutamente da ritirare e spero che lui lo faccia, altrimenti il Consiglio regionale non potrà assolutamente rimanere zitto e, quindi, assumeremo una presa di posizione che rivendichi come la Toscana che è terra di tolleranza, di illuminismo, di apertura al dialogo e al confronto ritiene che sono ben altre le considerazioni da fare». Il presidente dell’assemblea toscana ha ricordato quali sono le idee appropriate da esporre da parte di un’istituzione sul terrorismo: «Sono quelle che tutti i gruppi consiliari hanno espresso nell’occasione in cui abbiamo condannato i fatti di Parigi- ha proseguito Giani-. Ci siamo pronunciati al suono della Marsigliese su posizioni che al di là di tutte le sfumature condividono ciascuna l’esigenza di rispettare quelle che sono idee, filosofie, religioni nel mondo e nel condannare duramente i fatti di terrorismo, anzi contrastarli fino in fondo. Qualcuno ha detto anche con la guerra».