«I piccoli comuni rappresentano un presidio insostituibile per la tenuta strutturale, culturale e sociale del nostro Paese, soprattutto in un momento di crisi ambientale ed economica come quella attuale». La Cia Toscana sposa alla lettera l’appello dei piccoli comuni italiani lanciato da Legambiente in occasione della manifestazione “Piccola Grande Italia” in programma anche in Toscana nel prossimo fine settimana. E sabato 2 giugno (ore 10), a Terricciola (Pi) si terrà il convegno dal titolo “Il futuro abita qui. Coesione, turismo di qualità, agricoltura”, organizzato da Cia Toscana, Legambiente e Comune di Terricciola.
 
I numeri dei piccoli Comuni
«In Toscana – sottolinea Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – oltre il 75 per cento dei piccoli comuni conta meno di 5mila abitanti e oltre 90 per cento di questi annovera produzioni enogastronomiche tipiche, preziose e di qualità. Questi piccoli comuni sono il futuro della nostra regione, sono un giacimento di ricchezze culturali, agroalimentari e di tradizioni. Sono necessarie politiche di sostegno ai territori rurali e periferici per non perdere l’identità e la riconducibilità di prodotti legati a territori e microterritori, che equivarrebbe ad una perdita tangibile in termini economici, oltre che storico-culturali. Neiterritori rurali parlare di rilancio e di tutela, significa anche potenziare le infrastrutture, i servizi essenziali fra cui i trasporti, i servizi socio-sanitari, le scuole e la banda larga sempre più indispensabile per le aziende agricole».
 
Il ruolo dei piccoli
Bisogna sempre ricordare aggiunge Pascucci, riprendendo l’appello della “Piccola Grande Italia” che «senza il presidio territoriale garantito da queste comunità la nostra Penisola sarebbe meno sicura, che il patrimonio storico/artistico sarebbe più a rischio, ed il Paese sarebbe meno coeso e ricco di identità e memoria storica. Un esempio concreto di questo modello, senz’altro da seguire – dice Pascucci – è proprio il comune di Terricciola, sia dal punto di vista di coesione sociale, del rapporto amministrazione-cittadini, sia per le pratiche agricole, che per le tante iniziative portate aventi. Si tratta di un tipico esempio di comune virtuoso. Molto del Made in Italy – aggiunge – perderebbe il legame col territorio fattore vincente che rende queste economie non delocalizzabili. Mantenere e rafforzare il presidio dei piccoli comuni italiani significa anche non perdere l’opportunità di un necessario riequilibrio fra aree urbane ed aree rurali, contrastando la concentrazione della popolazione in  città sempre più caotiche e con una crescita che va sempre più nella direzione di un illimitato consumo di suolo piuttosto che verso un aumento della qualità della vita per i cittadini. Ed in tutto questo contesto l’agricoltura e gli agricoltori rappresentano un elemento ed un presidio insostituibile».