Oltre un milione e 100mila euro. E’ la stima dei danni agli agricoltori provocati da fauna selvatica nel 2016 in provincia di Siena. Una stima che supera di oltre 300mila euro i danni provocati nel 2015. I dati, al 30 novembre 2016, sono stati elaborati dall’Atc Siena e presentati venerdì nel corso del convegno “Caccia e agricoltura, convivenza di norma” organizzato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena. Il 74% dei danni è stato provocato dai cinghiali, il 18% dai caprioli e il restante 8% da altre specie (daino, cervo, avifauna, storno).
«E questa è una stima sui danni effettivamente richiesti, senza considerare la miriade di danni che l’agricoltore non denuncia anche per senso di rassegnazione; raddoppiare questo milione di danni credo sia una stima molto realistica» ha commentato il presidente di Upa Siena Giuseppe Bicocchi. All’incontro è intervenuto anche Marco Apollonio, professore dipartimento di zoologia genetica evoluzionistica dell’Università di Sassari, che ha sottolineato: «Una reale collaborazione con il mondo venatorio è l’unica soluzione possibile. Bisognerebbe introdurre dei distretti unici per la caccia al cinghiale e all’interno di questi delle comunità di cacciatori responsabili di queste zone e dei risultati da raggiungere». Tra i relatori anche il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli che ha evidenziato: «Nel nostro territorio i danni sono raddoppiati in un anno, solo per un motivo: la legge non ci ha consentito di utilizzare ad agosto i governatoi per i cinghiali che nel 2015 ci avevano permesso in parte di tenere lontano gli animali dai vigneti. Non possiamo pensare che l’unico modo per proteggersi possa essere rappresentato dalle recinzioni, specie in una campagna come la nostra». All’incontro è intervenuto anche l’onorevole Luigi Dallai: «Sono emersi dati molto interessanti con carattere di scientificità a partire dai trend decennali di crescita della popolazione degli ungulati; aumentano i danni agli agricoltori così come gli incidenti stradali provocati da fauna selvatica. E’ un problema di cui dobbiamo farci carico rapidamente anche ampliando quelle che sono le modalità di controllo della selvaggina avute fino ad ora». «Meno leggi e più possibilità di pianificare territorialmente quell’equilibrio che dobbiamo cercare di raggiungere» ha evidenziato Luigi Mastrobuono, direttore generale di Confagricoltura. «Dal convegno di oggi è emersa la necessita di costruire normative sulla base dei dati scientifici, in alternativa s’incapperebbe solo in burocrazia che a nulla giova» ha commentato il direttore dell’Upa Siena Gianluca Cavicchioli.