E’ necessaria una svolta, se si vuole salvare il nostro territorio rurale e rilanciare una agricoltura competitiva. Questo la politica se lo deve mettere bene in testa. Lo sottolinea la Cia Toscana alla vigilia delle Politiche del 24 e 25 febbraio. La Cia Toscana ha elaborato una serie di proposte che illustra ai candidati promuovendo incontri in tutta la regione. «L’agricoltura rappresenta un fattore essenziale di qualsiasi prospettiva di sviluppo economico, di competitività del nostro paese, di equilibrio territoriale – commenta Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana -, eppure l’agricoltura non trova risposte; il reddito delle imprese agricole è in costante calo, la superficie coltivata diminuisce paurosamente, il degrado del territorio prosegue senza sosta. Insomma non vorrei che la politica si fosse dimenticata del settore rurale». La Cia Toscana chiede, a chi sarà chiamato a governare, una maggiore capacità di ascolto sui problemi dell’agricoltura. «Troppo spesso in questi anni – dice Pascucci – il confronto e la concertazione sono stati vissuti con fastidio, come inutile perdita di tempo, e purtroppo i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Istituzioni e forze sociali debbono tornare a dialogare e lavorare insieme, pur mantenendo ciascuno il proprio ruolo e la propria responsabilità».

Nuova Pac a sostegno dell'agricoltura produttiva I prossimi mesi saranno decisivi nel disegnare il futuro dell’agricoltura a livello Comunitario, afferma la Cia Toscana. Gli obiettivi essenziali rispetto alla nuova PAC dovranno essere: puntare al mantenimento dell’attuale livello di sostegno, opponendosi ai tagli del  budget comunitario; realizzare un riequilibrio territoriale e tra beneficiari della spesa storica della PAC; orientare le risorse verso le imprese professionali e l’agricoltura produttiva; assicurare adeguate forme di sostegno ai “piccoli” agricoltori che garantiscono il presidio territoriale a partire dalle  aree montane o svantaggiate; valorizzare le produzioni di qualità e l’agricoltura sostenibile; potenziare le politiche per lo sviluppo rurale, puntando in particolare su ricambio generazionale, aggregazione dei   produttori, strategie di filiera, sviluppo locale.
 
Politica nazionale Occorre reimpostare una seria strategia di politica agraria nazionale, colmando il vuoto totale degli ultimi anni – secondo la Cia regionale – molti sono i campi nei quali si deve e si può intervenire. L’esigenza prioritaria è quella di rivedere il sistema dell’imposizione fiscale delle imprese agricole, tenendo conto delle specificità del settore. Su tutti due imposte che dovranno essere profondamente riviste IMU e TARES. In primo luogo occorre onorare l’impegno del Governo alla restituzione del surplus di imposta rispetto al budget atteso. In secondo luogo va ripensato l’impianto dell’IMU, esonerando le strutture produttive (beni strumentali) dal pagamento dell’imposta ed incidendo maggiormente sui grandi patrimoni immobiliari. Inoltre occorre escludere dal pagamento Imu i pensionati a basso reddito o non autosufficienti. La Tares per le imprese agricole, rischia di essere un pesante onere per un servizio di cui spesso le imprese agricole non usufruiscono o beneficiano in termini del tutto marginale.

Abbattimento dei costi produttivi e d'impresa  E’ indifferibile un intervento per riportare a livelli di sostenibilità l’incidenza di alcuni costi  riportandoli in media europea quali: costo del lavoro, contributivi ed energetici (azzeramento accisa gasolio, riduzione aliquote contributive, ecc.). Inoltre, aggiunge la Cia Toscana, occorre rilanciare un programma di investimenti basilari per la competitività dell’economia e dell’agricoltura che comprenda le infrastrutture per la mobilità delle merci, rete logistica, piano irriguo e piano energetico. Fra gli altri punti importanti, sottolinea la Cia toscana, il ricambio generazionale; le politiche di aggregazione del prodotto. Inoltre è prioritaria una regolazione del mercato, attraverso alcuni interventi legislativi, a costo zero, che possono favorire l’aggregazione dei produttori e l’integrazione di filiera valorizzando la qualificazione dei nostri prodotti e favorendo corrette relazioni all’interno delle filiere, fra cui la modifica ed integrazione delle norme nazionali; la promozione dei contratti di filiera e piena applicazione dell’art. 62; una disciplina rigorosa su tracciabilità, etichettatura e informazione del consumatore e la lotta a legalità e contraffazione, tutela e valorizzazione delle produzioni certificate e di origine (Made in Tuscay ed Italy). «Un altro nodo cruciale per ogni ipotesi di sviluppo del settore è rappresentato dal credito – aggiunge Pascucci -; oltre alla semplificazione, tema assai approfondito dalla Cia Toscana negli ultimi anni; sollecitiamo una rapida approvazione del pacchetto semplificazione, un nuovo Codice Agricolo e Rurale che innovi la legislazione a partire da una chiara ed univoca definizione di imprenditore agricolo, una Riforma del sistema istituzionale e riordino degli enti.
 
Nuovo welfare nelle aree rurali La presenza di una rete di servizi in campo sociale e sanitario nelle aree rurali, rappresenta un tassello fondamentale della competitività dei territori, nonché un diritto per le popolazioni di quelle aree, precisa la Cia Toscana. La mannaia dei tagli lineari che si è abbattuta in questi anni sugli Enti locali, ha determinato un peggioramento della qualità dei servizi, portando in alcuni casi anche alla loro completa eliminazione in alcune aree (come ad esempio per gli uffici postali). «Chiediamo al prossimo Governo – dice Pascucci – una decisa inversione di rotta, con risposte certe su alcuni aspetti determinanti per la vita delle aree rurali anche attraverso la valorizzazione dell’agricoltura multifunzionale in campo socio-sanitario come settore integrante».
 
Tutela attiva del territorio Il crescente degrado del nostro territorio rurale è sotto gli occhi di tutti. Un dissesto è causato dal sommarsi di fenomeni di abbandono dell’agricoltura, cementificazione delle aree rurali e frequente manifestarsi di eventi meteorici estremi determinati dal cambiamento climatico. Per mettere in sicurezza il territorio è necessario operare su più fronti: in presenza di danni calamitosi adottare strumenti normativi efficaci e tempestivi che consentano l’immediato ripristino dei territori e delle attività produttive, a partire dall’agricoltura, e il completo ristoro dei danni; realizzare un piano pluriennale per la difesa del suolo, che preveda opere di ripristino dei versanti degradati; fermare la sottrazione di suolo agricolo; potenziare la rete infrastrutturale locale (viabilità, sistema di mobilità, banda larga) al servizio dello sviluppo delle aree rurali, con particolare attenzione alle aree montane e svantaggiate; creare una rete di piccoli e medi invasi ad uso plurimo, al fine di realizzare un efficace sistema di regimazione idrica. Inoltre considerare l’agricoltura anche nella sua multifunzionalità come strategica per la tutela e salvaguardia attiva del territorio. Infine sollecitiamo una svolta anche nella gestione faunistica e dei predatori attraverso un chiaro indirizzo nazionale che definisca sia criteri e modalità omogenee per il risarcimento integrale dei danni alle imprese agricole che  obiettivi di gestione,  specifici piani per il contenimento e prelievo, per il ripristino di densità sostenibili sia per l’ambiente che per l’agricoltura. “Con la nuova legislatura ci aspettiamo una svolta, – conclude Pascucci -, noi continueremo a sollecitare i parlamentari, le forze politiche ed il nuovo Governo affinché vengano assunte iniziative e sostegni concreti per l’affermazione dell’agricoltura  produttiva e per il rafforzamento della competitività delle nostre imprese nei mercati affinché si delineino nuove prospettive per gli agricoltori toscani ed italiani ma soprattutto possano recuperare  reddito e dignità”.
 

Articolo precedenteVetrina milanese per la Toscana in musica. Quattro giorni alla Bit per attrarre turisti
Articolo successivoSiena, l’errore fatale del Pd. Quelle primarie non fatte nel 2010 e la strana storia di una candidatura scomparsa