E' Natale. Una festa che è entrata dentro il nostro modo d'essere, nei nostri costumi e abitudini, nell'immaginario collettivo. Forse l'unica che è riuscita e tutt'ora riesce a creare quell'atmosfera "magica"…da Natale appunto! Come al solito a scoprirla e a goderla, sono i piccoli, coloro che Gesù predilige: bisognerebbe sforzarsi di rivedere anche noi il Natale con gli occhi dei bimbi. Spesso i teologi hanno scritto che la più importante delle feste cristiane è la Pasqua e che il Natale viene "dopo". Nella nostra cultura occidentale e latina, il pragmatismo, presente fin dall'antichità, ha privilegiato di fatto una concezione della fede attenta sopratutto alla "salvezza" e alle modalità del salvarsi. Concentrati quindi sull'escatologia, i nostri teologi hanno messo in secondo piano (si fa per dire) il Natale. I nostri fratelli delle Chiese orientali spesso invece si sono concentrati, nelle loro riflessioni, sulla "divinizzazione" dell'essere umano, essendo Cristo diventato vero Uomo.  Nel magistero di Giovanni Paolo II più volte si accenna di un uomo "cristico", in quanto concepito avendo in mente il Modello del Figlio. Personalmente credo che le due feste non potrebbero esistere l'una senza l'altra. Anche se noi italiani e noi europei, forse, dovremmo riscoprire proprio il Natale. Capire perchè in fondo, in questo periodo, tutto ci pare più bello, nonostante l'inverno, nonostante la crisi, nonostante i problemi. Saranno gli albero addobbati….saranno le luci di Natale. Sarà anche quello Spirito d'Amore, che si incarna continuamente nel Figlio. Un Dio Figlio che si compromette pesantemente con l'umanità. Diventando "uno di noi". Questo incanto è comprensibile solo alle anime semplici: facciamoci rispiegare dai bimbi il Natale!