Il terzo trimestre 2014 ha visto le esportazioni dei distretti tradizionali toscani registrare un lieve arretramento, -0,3%, il primo dopo una serie ininterrotta di diciotto trimestri in crescita, a fronte comunque di un aumento del 3,7% delle vendite estere nel complesso dei primi nove mesi dell’anno. Un risultato buono, sebbene meno brillante rispetto agli ultimi ottimi anni in cui la Toscana ha primeggiato nel panorama distrettuale italiano. È quanto emerge da Monitor dei distretti della Toscana, realizzato per Banca CR Firenze dal Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, che analizza l’andamento dell’export in 18 distretti toscani. I dati, si legge in una nota, sono riferiti al 30 settembre del 2014.
Export toscano: il quarto a livello nazionale. Arezzo trascina il calo In particolare nei primi nove mesi dell’anno, il confronto fa emergere come solamente il Piemonte (+7,7%), il Veneto (+4,5%) e l’Emilia Romagna (+4,4%) siano riuscite a fare meglio del Made in Tuscany. A maggior ragione se si considera come il dato del terzo trimestre sia imputabile principalmente al nuovo crollo subito dalle esportazioni del distretto orafo di Arezzo (-24,3%, pari a 122 milioni di euro in meno rispetto allo stesso trimestre del 2013), in particolare sul mercato degli Emirati Arabi Uniti (-39,6%). Scorporando il dato dell’oreficeria di Arezzo dal totale dei distretti tradizionali toscani, le esportazioni risultano infatti cresciute del 4,4% nel terzo trimestre e del 5,9% nei primi nove mesi, risultati ottimi sia nel confronto nazionale che internazionale. In generale, le esportazioni dei distretti toscani per mercato di sbocco sono in crescita grazie ai buoni risultati ottenuti sui mercati più maturi: Stati Uniti (+8,4%), Svizzera (+17,2%), Germania (11,3%), Spagna (+18,3%) e Paesi Bassi (+9,2%). Sono invece proseguite anche nel terzo trimestre le difficoltà già evidenziate nella prima parte dell’anno su molti mercati emergenti, in particolare Emirati Arabi Uniti (-36,2%), la Russia che ha registrato un nuovo arretramento (-10,9%) e la Turchia (-12,8%).
Calo nei mercati asiatici. Peggiora l’export dell’olio d’oliva Peggiorano anche le vendite sui mercati asiatici, con le vendite in Cina entrate in territorio negativo (-4,5%) in parte compensate dal lieve recupero di Hong Kong (+2%) e soprattutto dagli straordinari risultati in Corea (+32,6%). Analizzando l’andamento dei distretti in dettaglio, si registra il nuovo forte calo delle esportazioni della Concia e calzature di Santa Croce sull’Arno, che arretrano ulteriormente (-17,2%), in particolare nel comparto della calzature, ed il deciso peggioramento delle esportazioni di olio (-6,7% per Lucca e -20,2% per Firenze), difficilmente recuperabili nei prossimi mesi visto il pessimo andamento della raccolta autunnale, causato dalle avverse condizioni metereologiche. Gli altri principali distretti toscani hanno mantenuto o addirittura lievemente migliorato i ritmi di crescita nel terzo trimestre, con in testa la Pelletteria e calzature di Firenze (+13%, quasi 90 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2013) e il tessile-abbigliamento di Prato (+8,2%), che ritorna ad essere il secondo distretto per livello di export nel terzo trimestre grazie soprattutto alle performance positive di tutti i comparti, con l’eccezione dei filati. In particolare spicca la ri-accelerazione dell’export di tessuti (+10,3%, pari a 15 milioni di euro aggiuntivi rispetto al terzo trimestre 2013). Tra i mercati di sbocco, sono stati soprattutto Germania (+17,2%), Spagna (+28,4%) e Regno Unito (+18,5%) a sostenere il distretto pratese, mentre peggiorano i dati relativi a Francia (-9,9%), Hong Kong (-16,1%) e Romania (-9,5%).
Cosa migliora Da segnalare anche il netto miglioramento delle esportazioni di due distretti in forte difficoltà negli ultimi anni: i mobili di Poggibonsi e Sinalunga (Siena) – incremento del 50,2% nel terzo trimestre, rispetto ai livelli depressi del 2013, grazie soprattutto allo straordinario recupero messo a segno negli USA – e la ceramica di Sesto Fiorentino (+28,2%) che grazie al salvataggio del principale player sembra uscita dalla fase di forte depressione degli ultimi anni. Sembra essere terminata anche la lunga fase di difficoltà delle Calzature di Lucca (+3,1%) e di quelle di Lamporecchio (+10,7%). A questi recuperi si uniscono, nel definire un quadro nel complesso ancora positivo, anche l’accelerazione delle vendite estere del Cartario di Capannori (+7,9%), che beneficia dei contributi dei mercati tedesco, olandese e svizzero.
Cosa peggiora Calano le esportazioni di Marmo di Carrara (-5,9%) e continua a rimanere negativo l’export dei Mobili di Quarrata (-5,7%), seppure con qualche segnale di miglioramento proveniente dai mercati francese (+3,6%) e inglese (+12,6%). Migliorano invece le esportazioni del floro-vivaistico di Pistoia, che riesce a registrare una crescita (+2,3%) grazie alla ripresa delle vendite nella maggior parte dei mercati di sbocco.
Il quadro generale Nel complesso dei primi nove mesi dell’anno, i distretti tradizionali toscani hanno mantenuto un profilo positivo, sebbene in rallentamento rispetto agli ottimi risultati degli scorsi anni, complice soprattutto l’andamento anomalo dei flussi di export di prodotti in oro verso gli Emirati Arabi Uniti e un generale rallentamento della domanda proveniente, in particolare, dai Paesi emergenti. Le attese sulla chiusura d’anno appaiono positive: i dati relativi al totale nazionale dei mesi di ottobre e novembre sono nel complesso buoni, grazie soprattutto ai risultati conseguiti sui mercati più vicini dell’UE15 e negli USA che appaiono come uno dei mercati più promettenti anche per il 2015, come effetto congiunto della svalutazione dell’euro e degli ottimi tassi di crescita attesi per l’economia statunitense.