export-italia.jpgNei primi nove mesi del 2016 le esportazioni dei distretti toscani hanno subito un calo del -2,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente: secondo il Monitor dei Distretti della Toscana realizzato da Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze, il dato è condizionato dal -43,6% della Pelletteria e calzature di Arezzo, un crollo dovuto anche a una parziale revisione dell’organizzazione delle piattaforme logistiche di alcuni attori del distretto. Al netto di questo dato, la flessione (-0,2%) sarebbe più contenuta e in linea col trend nazionale (-0,3%). Fra gli altri distretti in calo figurano la Nautica di Viareggio (-31%), le Calzature di Lucca (-14,3%), il Tessile e abbigliamento di Arezzo (-15,4%), il Marmo di Carrara (-5,2%).

Il commento  «Nei primi nove mesi del 2016 la Toscana presenta una spaccatura nell’andamento delle esportazioni dei diversi distretti – ha spiegato Luca Severini, direttore generale di Banca Cr Firenze e direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo – delineando una ripartizione che vede circa la metà dei distretti con variazioni positive e la restante componente con risultati in calo rispetto all’anno precedente. L’export toscano risente di forti variazioni che influenzano negativamente il dato complessivo che altrimenti sarebbe stabile e in linea con il dato nazionale».

Chi va bene Tra i distretti in crescita nei primi nove mesi del 2016 c’è la pelletteria e calzature di Firenze (+5,7), il tessile e abbigliamento di Prato (+6,5%, +78 milioni) e l’olio toscano (+15,6%). Conferma il momento positivo anche il distretto del florovivaismo di Pistoia (7,5%) e del polo farmaceutico toscano (+5,5%). Gli Stati Uniti continuano a essere il principale mercato di sbocco dei distretti .