C’è un bonifico da 2,8 milioni di euro all’origine della nuova inchiesta sullo Ior avviata dalla procura di Roma e che ha portato i Pm romani a contestare all’ex vescovo di Siena, Gaetano Bonicelli, e a due laici il reato di riciclaggio. Bonicelli, sacerdote dal ’48 e prelato dal lunghissimo curriculum ecclesiastico, possiede un conto allo Ior almeno dai tempi in cui fu ordinato vescovo di Albano nel ’77. Sul suo fondo sono transitati negli anni molti soldi, movimenti dovuti a una intensa attività di beneficenza di cui si è fatto promotore nel corso della sua vita, anche come assistente ecclesiastico di movimenti cattolici. Da tempo però, sul conto del prelato che va per i 90 anni, ex ordinario militare e vescovo di Siena dall’89 al 2001, non avvenivano transazioni.
I soldi dell’amico di tipo benefico Così allo stesso Ior, impegnato in uno screening e in una ampia operazione di pulizia dei conti, non è passato inosservato quel trasferimento consistente. Tanto più che proveniva da un altro conto dello Ior, intestato a un banchiere laico amico di Bonicelli (ora anche lui indagato) che vedendosi chiudere dalla “banca” vaticana la propria posizione, sempre nell’ambito di questo stesso impegno di revisione e controllo che ha visto la chiusura di oltre mille conti laici, ha pensato bene di mettere il danaro sul conto dell’amico vescovo. Bonicelli li riteneva soldi provenienti sempre da attività di tipo benefico.
Lo Ior si sente tranquillo Sarà comunque la procura di Roma, dove sull’inchiesta, la terza che riguarda un prelato legato allo Ior dopo don Evaldo Biasini, ribattezzato “don Bancomat”, e monsignor Nunzio Scarano, ex contabile dell’Apsa, a portare avanti gli accertamenti. I movimenti sul conto di Bonicelli sono una delle varie segnalazioni sospette trasmesse dallo Ior all’Aif, l’autorità di informazione finanziaria. Per questo, interpellati dall’ANSA, al Torrione Niccolò V si dicono tranquilli: «Il Vaticano ha ormai un sistema per contrastare gli abusi finanziari riconosciuto a livello internazionale. Lo Ior è cosciente e segue a tutti gli effetti i doveri di monitoraggio interno e segnalazione all’autorità vaticana competente Aif».