CAMPI BISENZIO – Francesco Borgomeo batte cassa. L’imprenditore ha presentato al ministero dello Sviluppo economico il piano industriale per il rilancio dell’ex Gkn, oggi Qf.
A lasciare il segno è stata però la richiesta a Invitalia di un finanziamento di 15 milioni per un contratto di sviluppo sui 50 di investimento complessivo.“Occorre un maggiore sforzo di chiarezza da parte della proprietà per il rilancio dell’ex Gkn, in particolare sul ruolo delle aziende che al momento partecipano solo al consorzio e in via generale sul piano industriale — hanno spiegato dalla Regione, che ha partecipato al tavolo con il delegato della presidenza Valerio Fabiani — La Regione ha preso atto dei timidi passi avanti emersi durante la discussione di oggi. Per esempio, la prefigurazione di un accordo di sviluppo può rappresentare un punto di forza che introduce elementi di garanzia per lavoratori e territorio”.
Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra i tecnici del ministero e l’imprenditore Ugo Ghilardi Di Itema Group (azienda capofila del consorzio di ricerca costituito da Qf) per appurare la tipologia di impegno che vogliono assumersi sul fronte della ripartenza della fabbrica.
L’incontro ha lasciato sensazioni differenti nelle parti coinvolte. “Abbiamo illustrato a lungo e con tutti i dettagli necessari il piano industriale. Siamo soddisfatti della scelta condivisa di procedere con l’accordo di sviluppo che abbiamo sempre richiesto. È un ulteriore passo in avanti”, ha fatto sapere Borgomeo, mentre i sindacati ha espresso cautela.
“Il piano industriale presentato rimane fumoso e privo di dettagli, senza certezze sulle prospettive di mercato» hanno detto Simone Marinelli, responsabile settore automotive per la Fiom nazionale e Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze-Prato-Pistoia, che però si sono detti concordi con la scelta di utilizzare il veicolo del contratto di sviluppo: “Ciò dà la garanzia che il piano industriale presentato sia vagliato e monitorato dalle istituzioni pubbliche, come da tempo richiesto dalla Fiom e permette in futuro l’ingresso di ulteriori investitori o partner pubblici o privati. Un piccolo segnale di cambiamento”.