FIRENZE – L’ex Gkn è una matassa che si ingarbuglia ogni giorno di più. Agli annunci sulla ripartenza non è seguito alcun fatto concreto della nuova proprietà.

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Anzi, i lavoratori rischiano di non ricevere neppure la cassa integrazione. Una situazione che ha prodotto diverse manifestazioni di protesta e presto potrebbe passare al vaglio della magistratura. “Stiamo preparando delle azioni legali e delle lettere di messa in mora e c’è un clima di grande compattezza tra noi lavoratori. Siamo 300 famiglie, prese in ostaggio da un proprietario, Francesco Borgomeo, per richiedere fondi pubblici – ha affermato Matteo Moretti, rappresentante del collettivo di fabbrica ex Gkn e della Rsu. Lui chiede la cassa integrazione che ad oggi, pare, che l’Inps non gli abbia concesso: non è stata concessa perché non ci sono ragioni imprenditoriali per farlo. Se un imprenditore ha frizioni col ministero dello Sviluppo economico, con gli enti locali, con l’Inps, con i lavoratori e le organizzazioni sindacali qualche domanda dovrebbe iniziare a porsela”.

Impossibile per i lavoratori non rivedere certi fantasmi del passato in tutto quello che sta accadendo. “Un imprenditore che chiede un aiuto dello Stato non butta fango e discrimina lavoratori come sta facendo – ha aggiunto Moretti -. Dichiarando che lo stabilimento è inagibile, cosa che non è vera, che un movimento politico ha sede nella fabbrica, che ci sono azioni squadriste all’interno del sito e che non gli è concesso l’ingresso, sicuramente non avvicina altri soggetti. Forse è il momento che qualcuno indaghi sulla figura di Borgomeo, su qual è il suo scopo. Se uniamo i punti viene fuori la vecchia proprietà, Melrose: vediamo un  legame di ferro tra la nuova proprietà e la vecchia per lo svuotamento dello stabilimento e l’alleggerimento degli stipendi sul pubblico attraverso la cassa integrazione”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera: “Chiediamo il rispetto degli accordi siglati e l’adempimento di ogni spettanza a lavoratori e lavoratrici. Trovare delle soluzioni per favorire un processo di reindustrializzazione e salvaguardare i livelli occupazionali è nostra priorità”.