A nulla sono valse le lunghe trattative e il Tribunale di Pisa ha disposto il sequestro dell’immobile e nel pomeriggio sono intervenuti i Vigili del Fuoco per forzare l’ingresso dell’ex distretto militare. Intervenuti intorno alle 18 anche gli agenti della digos che hanno chiesto ai pompieri di far scendere i manifestanti dagli alberi. Alcuni Vigili del Fuoco si sono però rifiutati. Il tentativo di sgombero aveva preso il via nella mattinata nell’area occupata da due mesi dal cosiddetto Municipio dei beni comuni, il network di associazioni che chiede l’assegnazione dello spazio, dismesso da anni, per restituirlo ad usi civili. All’interno il movimento ha anche risistemato un parco pubblico di circa 8 mila metri quadrati intitolandolo a Don Gallo. Polizia e Carabinieri hanno circondato la zona e hanno avviato una trattativa per convincere i militanti a uscire spontaneamente dall’ex caserma. Alcuni degli attivisti sono saliti sugli alberi del parco.
Un’occupazione che va avanti da metà febbraio Dentro il distretto uva ventina di attivisti, mentre almeno altri 50 stavano fuori tenuti a distanza dal cordone delle forze dell’ordine. Sul posto anche l’assessore comunale Dario Danti e altri esponenti di Sel, Prc e della lista civica Una città in comune. L’immobile è di proprietà del Ministero della Difesa che ha recentemente risposto negativamente alla richiesta di trasferire gratuitamente il bene al Comune perchè inserito in un accordo di programma denominato progetto Caserme e che prevede un complesso recupero urbanistico in cambio della realizzazione di una nuova caserma alla periferia della città. L’operazione è però ferma da anni e l’occupazione del Municipio va avanti da metà febbraio con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica «sullo stato di abbandono di una struttura in pieno centro lasciata al degrado da troppo tempo».
Delegazione incontra il sindaco Una delegazione di militanti del Municipio dei Beni comuni ha poi incontrato il sindaco di Pisa Marco Filippeschi per chiedergli che prenda una posizione netta sull’esito dell’occupazione dell’ex distretto militare. Le forze dell’ordine hanno atteso l’esito del colloquio prima di procedere con lo sgombero dell’immobile. «In linea di principio – ha detto l’avvocato Tiziano Checcoli, consulente legale delle associazioni – il sindaco può segnare una svolta nella vicenda. Il Ministero della Difesa ha ritenuto d’interesse il bene, ma se l’amministrazione volesse potrebbe esprimersi a favore di un’assegnazione diretta dell’immobile o comunque avviare con il Governo una interlocuzione politica sull’utilizzo dell’ex caserma».
L’auspicio per fini sociali «Auspico e ritengo che nella legalità si possa creare un dialogo positivo con il Ministero della Difesa perchè almeno parte del complesso, quella che è in condizioni di sicurezza, possa essere prontamente riaperta e utilizzata per attività a fini sociali, secondo impegni da pattuire, con regole e scadenze temporali». Lo afferma in una nota il sindaco di Pisa Marco Filippeschi dopo avere incontrato una delegazione degli attivisti del Municipio dei beni comuni che due mesi fa ha occupato l’ex distretto militare. Ai militanti, spiega Filippeschi, «ho riconfermato quanto già detto loro alcune settimane fa: l’azione delle forze dell’ordine era prevista ed è dovuta a un provvedimento dell’autorità giudiziaria». L’associazione ‘Pisa Meticcia’, soggetto giuridico che rappresenta legalmente il network di associazioni Municipio beni comuni, conclude il sindaco, «aveva gia’ rivolto una richiesta in tal senso, ora si può creare la condizione perché venga esaminata secondo le volontà del Ministero interessato e i procedimenti a cui esso deve attenersi. Il Comune farà la sua parte per favorire questo esito. La Difesa ha mantenuto nella sua disponibilità la caserma inutilizzata, rispondendo così alle richieste di Comune e Agenzia del Demanio, per la volontà di valorizzarla per compensare un rinnovamento del patrimonio a servizio delle istituzioni militari che hanno sede a Pisa. Anche questa volontà era prevedibile, per i contenuti delle intese già sottoscritte nell’Accordo di programma del 2007 che ancora oggi sono in ridefinizione. In ogni caso, però, c’è un tempo utile per un uso appropriato degli spazi e un’opportunità che deve essere valutata con favore».