Entro la fine di novembre il trasferimento definitivo a titolo gratuito dell’ex carcere ed ex convento di San Domenico dal Demanio ad un pool di enti pubblici (Regione Toscana, Provincia di Siena e Comune di San Gimignano) grazie al primo esempio in Italia di federalismo Demaniale.
E’ fissato nel termine dei prossimi 40 giorni il rogito notarile per il passaggio di proprietà del bene, attualmente in stato di abbandono, destinato a diventare un polo culturale nel cuore di San Gimignano.
Nei giorni scorsi il suggello dell’intesa tra i tre enti pubblici, futuri proprietari in parti uguali dell’area, grazie alla visita ufficiale al complesso di San Domenico del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, del presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e del sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi che ha espresso così la propria soddisfazione: "Abbiamo avuto modo di approfondire i progetti futuri di analisi e pianificazione di recupero della struttura. Siamo fieri di poter essere i primi in Italia a dimostrare che quando c’è una norma che ha senso quale quella sul Federalismo Demaniale e quando c’è un territorio pronto a coglierne le opportunità e mettere in campo energie e risorse, si possono realizzare progetti ambiziosi e d’interesse collettivo dal profondo valore culturale, sociale ed economico. Il nostro intento è destinato a diventare un esempio per l’intero territorio nazionale".
Ampio consenso al progetto di recupero e all’attuazione del Federalismo Demaniale è stato infatti dimostrato anche da parte del Sottosegretario di Stato all’Economia con delega al Demanio Luigi Casero tanto che ha ufficialmente espresso l’intenzione di realizzare, entro la fine dell’anno, un convegno nazionale a San Gimignano su opportunità e attuazione del Federalismo Demaniale.
Un ex convento del tredicesimo secolo diventato poi carcere nel 1800 ed oggi in completo stato di abbandono sarà il nuovo fulcro culturale e turistico di un Patrimonio dell’Umanità Unesco. In un’area di quasi 20mila metri quadri (circa l’8% del centro storico) è previsto uno spazio esterno per spettacoli, cioè un Teatro all’aperto con una capienza da 1700 posti, in quella zona che rappresentò l’ora d’aria per i detenuti, uno spazio museale interno, una zona dedicata a botteghe e attività artigianali là dove un tempo c’erano le celle, un nucleo interno dove sorgerà l’ufficio di informazione e promozione turistica, una sala conferenze, un’intera area con esercizi per la ristorazione e la promozione dei prodotti tipici del territorio e, infine, uno spazio dedicato interamente all’attività delle associazioni locali.
Il costo del progetto di recupero dell’intero complesso è stimato intorno ai 18 milioni di euro per una durata dei lavori prevista di 11 anni.