E’ un po’ come quando ti ritrovi occhi negli occhi con la ragazza che hai amato ma con cui non stai più: conosci tutto di lei, ogni espressione, ogni smorfia, ogni movimento, anche involontario, e tutto di lei ti riporta ai momenti belli, intensi, emozionanti, ed il brutto, se c’è stato, non esiste, perché quando hai voluto molto bene ad una persona, capisci che rinunciare al bello che fu, sarebbe privarsi di una parte importante di sé. Ecco, queste sensazioni ieri Maurizio Sarri, tecnico oggi del Napoli, le ha vissute allo stadio ‘Castellani’ di Empoli, rientrando in quella che è stata la sua casa per tre anni, 36 mesi intensi, adrenalinici, e per molto tempo bellissimi, con però nel momento dell’apice della storia d’amore, il distacco, annunciato, senza un autentico trauma, ma comunque dagli effetti dolorosi. L’ex allenatore azzurro toscano ha provato a fare l’indifferente: scendendo dall’autobus con cui è giunto al principale impianto calcistico della Valdelsa ad occhi bassi ha salutato gli inservienti del ‘Castellani’, si è fermato a chiacchierare soltanto con il suo ex vice, Martusciello, oggi secondo di Marco Giampaolo, e poi è rimasto negli spogliatoi, fino al fischio iniziale, evitando di incrociare quelle facce amiche, prime delle quali quelle dei giocatori che fino a 3 mesi fa ha allenato, che lo avrebbero portato forse anche a commuoversi.
Gli altri ex Anche i tifosi dell’Empoli hanno trattato Sarri da ‘avversario’: nessun coro o applauso particolare, nessuno striscione particolare o gesto che ne celebrasse le gesta compiute dalla parti di viale Olimpiadi. Poi c’è stata la partita e per il classe ’58 nato solo per caso a Napoli, ma in realtà cresciuto e vissuto prettamente in Toscana, si è accentuato l’incubo che aveva alla vigilia: già dopo 6’ la rete del fenomeno, come ha descritto Sarri anche alla vigilia della sfida di Empoli, Riccardo Saponara, il momentaneo pareggio di Insigne, ma poi la coltellata di Pucciarelli, quest’ultimo lanciato e poi difeso nel calcio di serie A proprio dall’ex tecnico anche di Arezzo e Sansovino. Nel mezzo tantissimi errori difensivi dei partenopei, e dall’altra parte invece gara quasi impeccabile di Tonelli, uno che Sarri avrebbe pagato di tasca propria pur di continuare ad allenare anche in questa stagione. Peggio ancora è andata a Valdifiori e Hysaj, gli altri ex della gara di poche ore fa: il primo è stato ‘mangiato’ vivo dal centrocampo avversario, risultando essere un fantasma rispetto al regista che all’ombra del ‘Castellani’ raggiunse la Nazionale italiana,e costretto a lasciare il campo dopo un’ora di gioco per infortunio, il secondo si è fatto bruciare al momento dell’1 a 0 di Saponara, riprendendosi a fatica da quello shock iniziale.
L’analisi Nella ripresa a lenire le ferite dell’oggi mister campano ci ha pensato Allan con il gol del definitivo due a due, ma alla fine l’Empoli, con un super Saponara, è riuscito a strappare il pareggio al piu’ quotato Napoli. «L’Empoli non ha avuto paura di puntare su di me già a gennaio- ha spiegato a fine gara il trequartista azzurro – quando inizialmente, a causa delle condizioni fisiche non perfette, ho sbagliato le prime cinque o sei partite. I complimenti non sono un peso, mi esaltano. La Nazionale è sogno nel cassetto che ho da tanto tempo ma passa inevitabilmente dalle prestazioni con l’Empoli. Solo così potrò avere qualche possibilità, mi piacerebbe molto». «E’ un buon pareggio contro una squadra forte, abbiamo sofferto negli ultimi 15′ – ha aggiunto il tecnico azzurro Marco Giampaolo -. Abbiamo giocato contro una grande squadra che presto emergerà in tutto la sua forza. Qui a Empoli il mio compito è stato quello di lavorare proprio come Sarri, conoscendo il metodo. Ho provato ad aggiungere qualcosa, senza però stravolgere l’idea. Saponara? E’ un giocatore di straordinaria qualità, contro il Napoli ha messo in campo numeri da fuoriclasse. Lo stesso Sarri ha detto che Riccardo è un fuoriclasse, è molto forte».