5 novembre: crolla l'argine, esonda il Carrione a Carrara

documento«Si segnala che il vecchio muro non essendo direttamente a contatto con la corrente ma essendo lo stesso protetto sia dalla scogliera che da nuovo muro in calcestruzzo armato non risulta presentare criticità di tipo strutturale». Il muro in questione è quello dell’argine del torrente Carrione esondato ieri a Carrara e a rassicurare  sull’assenza di criticità strutturale è il dirigente del settore Lavori pubblici- viabilità- difesa del suolo della Provincia di Massa Carrara secondo quanto riporta un documento emesso in data 29 aprile 2014 in risposta alle segnalazioni della segheria Doganella di Marina di Carrara che riscontrava fuoriuscite d’acqua dal torrente  in via Argine destro. Rassicurazioni che lette oggi appaiono più come una beffa nei confronti delle migliaia di cittadini sfollati, delle attività commerciali e degli agricoltori che hanno perso tutto. Una beffa forse frutto di troppa fretta e superficialità e di conclusioni anche troppo affrettate visto che nel documento si legge ancora  che «è molto probabile che tali perdite si manifestino soltanto quando l’acqua nel fiume raggiunge una certa altezza». Quella raggiunta ieri, appunto, che ha fatto crollare l’argine e che forse era troppo impensabile si potesse raggiungere. «Non essendo riscontrabile quali possano essere i punti precisi da dove l’acqua in certe condizioni si infiltri – si legge ancora nel documento -, il Settore sta valutando di effettuare un intervento più esteso». Ora che l’argine è crollato forse a poco serve questo intervento, ed è arrivato il momento di dare qualche risposta.

documento2Il titolare della segheria: «Avevo avvertito tutti» E il titolare di quella segheria Giorgio Vanelo amareggiato e stanco per aver spalato fango da ieri, con i suoi dipendenti, dai locali della sua azienda, oggi racconta che aveva «avvertito tutti quelli che dovevano sapere – ha raccontato al tgr Toscana – scrivendo lettere prima al Comune, poi alla Regione in cui spiegavo che da quell’argine filtrava l’acqua». Il Comune, spiega Vanelo, gli ha scritto che non era sua competenza, «allora ho scritto alla Provincia» ma il risultato è stato quello di ieri. Cinque operai per salvarsi sono saliti sul tetto. Ora i locali della segheria sono invasi dal fango e la produzione è ferma. Per riavviarla serviranno tanti soldi, forse, dice Vanelo, «spenderei meno a farla nuova l’azienda».

Il presidente Rossi: «Subito una Commissione d’inchiesta» La Regione Toscana ha annunciato che nominerà una commissione di inchiesta amministrativa per stabilire perché a Carrara è crollato l’argine sul torrente Carrione, «che era stato da poco collaudato». La commissione sarà composta dall’avvocatura regionale e ingegneri esperti in procedure di gara. «Voglio accertare le cause di questo disastro – ha detto il presidente Enrico Rossi – e poi, eventualmente, individuare i responsabili. Le prime notizie sono tali non solo da indignare ma anche da lasciare senza parole. L’argine non era imbrigliato come avrebbe dovuto essere, ed è stato costruito non secondo il progetto conforme.  Credo di avere anche io il diritto di arrabbiarmi ed indignarmi un pò».

Legambiente: «E’ un disastro annunciato» L’alluvione che ha colpito in questi giorni Carrara costituisce  «l’ennesimo disastro annunciato, bisognerebbe mettere in campo interventi realmente utili ed efficaci per la mitigazione del rischio». Lo ha dichiarato Legambiente commentando i danni causati dal crollo. In seguito all’alluvione del 2003, l’associazione ambientalista, si legge in una nota, aveva denunciato «l’inutilità» della ricostruzione dell’argine del fiume Carrione ad Avenza, perché «non metteva in campo politiche che ridavano spazio al fiume attraverso delocalizzazioni o il ripristino delle aree di esondazione». «La costruzione dell’argine – spiega Legambiente – è diventata l’alibi per programmare nuove edificazioni nelle aree “messe in sicurezza”».