Sono in aumento anche in Toscana, come nel resto d'Italia, i casi di epatite A, dovuti, secondo uno studio condotto dal Ministero della salute, ai frutti di bosco surgelati. La raccomandazione che arriva dal Ministero è quella di consumarli sempre previa cottura, ad esempio, facendoli bollire per almeno 2 minuti.
Casi in aumento Secondo uno studio della Regione Toscana da gennaio 2013 si sta assistendo in tutta Italia a un importante incremento del numero di casi di epatite A rispetto agli anni precedenti. Dal 1 gennaio al 30 giugno 2013, tramite il sistema di sorveglianza epidemiologica del Ministero è stato rilevato un aumento significativo di casi di epatite A: 448, rispetto a una media di 190 casi notificati nello stesso periodo nei tre anni precedenti. In Toscana, dal 1 gennaio ad oggi i casi di epatite A sono stati 83 (erano stati 19 in tutto il 2012 e 25 nel 2011), con un'impennata nel mese di settembre, in cui ne sono stati registrati 19.
La task force del Ministero Il Ministero della salute ha attivato una task force composta da esperti dello stesso Ministero, dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Istituto zoo-profilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna, Centro di referenza nazionale dei rischi emergenti in sicurezza alimentare. Scopo della 'task force' era di individuare la possibile fonte di contaminazione, confermare le ipotesi di sospetta correlazione con il consumo di frutti di bosco surgelati e adottare le migliori strategie integrate di controllo. Lo studio condotto dalla task force ha messo in evidenza una forte correlazione con il consumo di frutti di bosco surgelati assunti tal quali, o utilizzati come ingredienti nella preparazione di torte e gelati. Nel 35% delle segnalazioni, i pazienti hanno riferito di aver consumato questo prodotto. Da qui la raccomandazione del Ministero di consumare i frutti di bosco solo dopo averli fatti bollire per almeno due minuti. Altre analisi relative ai fattori di rischio sono ancora in corso da parte della task force ministeriale.
Casi in tutta Europa Le aziende che commercializzano frutti di bosco sotto accusa per la presenza del virus dell’epatite A si trovano a Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo. I frutti di bosco analizzati provengono da Serbia, Ucraina, Bulgaria, Polonia, Romania e Canada. Dall'inizio dell'anno è stato registrato un incremento dei casi di epatite A in Germania, Olanda e Polonia. In tutti i casi, il contagio è stato ricondotto a turisti che avevano soggiornato nelle province di Trento e Bolzano nel periodo immediatamente precedente alla comparsa della malattia. Da marzo a maggio, inoltre, il Ministero della Salute ha registrato in Italia un aumento del 70% dei casi di epatite A rispetto allo stesso periodo del 2012 (l'incremento è concentrato prevalentemente nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, in Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto). Sembra che questi siano tutti correlati con il consumo di frutti di bosco misti surgelati preparati nel nostro Paese.
L’epatite A È una malattia infettiva, causata da un virus, che colpisce il fegato. In Italia il contagio avviene principalmente attraverso il consumo di cibo o acqua contaminati, anche se non si può escludere il contagio da persona a persona. Il consumo di frutti di mare crudi è considerato il principale responsabile di insorgenza di epatite A in Italia. Oltre a molluschi, crostacei e pesce, sono considerati a rischio anche vegetali, pomodori secchi, frutti di bosco e fragole. L'acqua contaminata è, in genere, il veicolo attraverso il quale il virus raggiunge gli alimenti. I primi sintomi di un'infezione da epatite A sono stanchezza, inappetenza, febbre e nausea. Dopo qualche giorno compare l'ittero, un colorito giallognolo della pelle, delle mucose e delle sclere degli occhi, causato da una elevata concentrazione della bilirubina nel sangue e sintomo di una diminuita funzionalità del fegato. Nei bambini l'epatite A può anche non presentare alcun sintomo e il decorso della malattina è generalmente benigno.