«Caro Enrico, ti ho appena sentito al Tg3. Da quando un rimpasto di giunta regionale si annuncia al Tg? Scusa sai, nutro per te affetto, stima ed amicizia, abbiamo lavorato assieme per 8 anni, ma Siena non meritava un affondo così in questo momento. Per me è un grande errore, ed è una sberla a Siena nel suo momento di maggiore difficoltà». Non è che una delle reazioni alla decisione del Governatore della Toscana, Enrico Rossi, di procedere ad un rimpasto dell'esecutivo che sarà resa ufficiale nei prossimi giorni.
A farlo è la parlamentare senese del Pd, Susanna Cenni, per anni collega di Rossi nella giunta di Claudio Martini. E sul suo profilo facebook non usa certo il fioretto verso il collega di partito per difendere un altro collega di partito, Luca Ceccobao. Una decisione, quella di Rossi che, almeno nelle dichiarazioni, finirà per scontentare tanti. Il presidente, infatti, dovendo sostituire Riccardo Nencini, neo parlamentare eletto, ha visto bene di sostituire anche il chiusino Luca Ceccobao, assessore ai trasporti. Al loro posto farà entrare Vittorio Bugli, ex sindaco di Empoli e capogruppo del Pd in consiglio regionale, e Vincenzo Ceccarelli, ex presidente della Provincia di Arezzo e attuale presidente della commissione ambiente in consiglio regionale che si dovrà occupare di trasporti su gomma, rotaia e marittimi. Rimarrà al suo posto, invece, con molta probabilità l’assessore al turismo Cristina Scaletti poiché Bruno Tabacci potrebbe decidere di entrare in Parlamento proprio con i voti della Toscana.
Democratici contro Tornerà con tutta probabilità a lavorare alle Ferrovie Luca Ceccobao. E questo nonostante il pressing del "suo" Partito democratico senese su Rossi, mentre il governatore qualche giorno fa provava a lanciare la candidatura dello stesso Ceccobao a sindaco di Siena (leggi), dopo la rinuncia di Franco Ceccuzzi. A niente sono serviti gli appelli dei sindaci dei Comuni senesi, poi quello del segretario provinciale Niccolò Guicciardini, e infine oggi quello dei 36 segretari di circolo della provincia senese. «Ceccobao è per la nostra provincia un punto di riferimento determinante e non rinunciabile». E ancora «L'ipotesi di un rimpasto di giunta dopo le vicende che purtroppo ci hanno interessato potrebbe essere interpretato in modo distorto. Chiediamo dunque che venga esclusa l'ipotesi di un rimpasto di giunta in cui venga messa in discussione la presenza senese al suo interno, nell'interesse del territorio di Siena e della Regione Toscana. Ribadiamo dunque il nostro no ad un rimpasto di giunta che escluda Siena dalla Regione, stigmatizzando anche il fatto che una scelta del genere possa essere appresa dai giornali». Ma ormai i giochi sembrano fatti, tant’è che il Pd regionale senza troppi timori sembra aver preso atto della volontà di Rossi. Segno che a Siena anche il Pd, dopo la crisi di Mps e il calo dei voti post elezioni politiche (leggi) non avrebbe più quell’autorevolezza che gli veniva riconosciuta fino a qualche tempo fa.
Gli scontenti Qualche problema, come riportato anche da alcuni quotidiani, il Pd potrebbe averlo anche dalla costa, a Livorno, per la mancata sostituzione del tecnico Luigi Marroni attuale assessore alla sanità. Rossi vorrebbe, infatti, continuare a mantenere il controllo su quella che rimane a tutti gli effetti la voce di bilancio più importante della regione. Così come scontenta appare Sel che a più riprese ha chiesto l’ingresso di un proprio esponente in giunta.
L'ira dei socialisti Ma dove si annidano i problemi maggiori per Rossi è nel rapporto con quel Partito Socialista che non solo ha chiesto la presenza di un esponente in giunta ma addirittura, per voce del segretario Pieraldo Ciucchi, l’azzeramento della giunta qualora questo non accadesse. Un quadro che rischia di rivelarsi estremamente complesso e fragile anche e soprattutto in relazione agli equilibri di forza interni al Pd ed esterni di coalizione. E Rossi con quella dichiarazione al Tg3 rischia di avere scontentato tutti.