Enel è pronta ad affrontare la prossima emergenza neve che ha già messo tutti in preallarme. «Stiamo moltiplicando le nostre forze – dice ad agenziaimpress.it Maurizio Della Corte, responsabile Enel della Rete di Toscana e Umbria -. In concertazione con la sede centrale di Roma ci stiamo organizzando per far arrivare già nelle prossime ore dei gruppi elettrogeni anche di grossa taglia (oltre 100KVolt/Ampère) da muovere, all’occorrenza, su tutto il territorio di nostra competenza». Dopo le difficoltà e le interruzioni di energia elettrica per molte ore causate nella settimana scorsa in seguito alla bufera di neve  che ha investito la Toscana, abbiamo deciso di incontrare i gestori del servizio elettrico, da giorni nell’occhio del ciclone e delle successive polemiche avanzate da sindaci e amministratori locali (leggi).

«Il nostro pronto intervento è stato elogiato dalla Protezione Civile Regionale – continua Della Corte –, dove ci sono stati riconosciuti i meriti per aver attivato un grande numero di uomini (molti provenienti anche da altre regioni come Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania) e un ingente numero di generatori per fronteggiare l’emergenza».

Come pensate di prevenire le future emergenze? In tanti sostengono che un interramento dei cavi elettrici sarebbe d’aiuto. Può essere quello un metodo efficace?
«Direi di no. Abbiamo registrato blackout in tutta Europa, anche nei paesi scandinavi che teoricamente sono i più pronti per fronteggiare queste eventualità. È impossibile pensare di interrare tutte le linee anche per un fattore tecnico: in caso di guasto o malfunzionamento, i tempi di riparazione sarebbero incredibilmente più lunghi rispetto ad una linea aerea».

E allora cosa farete per far sì che simili emergenze non si verifichino più?
«Il nostro modus operandi è collaudato. Ci muoviamo sempre in maniera preventiva ed ogni due anni facciamo un’ispezione dettagliata delle nostre linee, cercando di procedere in primis con il taglio delle piante che nei territori toscani risulta di fondamentale importanza. Nel 2011 abbiamo proceduto con l’ispezione e taglio piante per circa 35mila km di linea. Consideri che nei territori toscani e umbri ci sono 50mila Km di rete ad alto voltaggio ed altri 75mila di bassa tensione. E nonostante i nostri controlli, in casi di copiose precipitazioni, piante molto alte cedono sotto al peso della neve e crollano sui cavi dell’elettricità. Quello che ci auspichiamo è che ci possa essere una maggiore sensibilizzazione su quest’aspetto, anche da parte del Corpo Forestale e dei privati cittadini, che ci fanno attenere ad una fascia ‘di rispetto’ quando tagliamo e mettiamo in sicurezza le piante ma che non ci mettono sempre in condizione di fare interventi ad hoc seguendo la nostra dettagliata mappatura delle zone boschive».

Ci può raccontare come vi siete mossi durante l’emergenza neve?
«Sin dalla prima allerta-neve abbiamo deciso di raddoppiare le reperibilità, così come vuole la procedura nei casi d’emergenza. Le nostre unità (circa 1700 uomini) hanno potuto usufruire dell’aiuto di altre 800 persone allertate e reperibili nelle ore notturne. Abbiamo mosso i nostri mezzi, gru, 4×4 i fuoristrada e avvisato le ditte fornitrici di gruppi elettrogeni. Nella notte tra il 31 gennaio e il primo febbraio però, le precipitazioni nevose sono state decisamente superiori rispetto a quanto era stato previsto dal centro meteorologico toscano che aveva segnalato ‘Neve Moderata’. In ogni modo, non ci siamo fatti trovare impreparati, nonostante le molte criticità del momento. La rete, infatti, si dirama in tutto il territorio e molto spesso in zone boschive di difficile raggiungimento. In più la neve particolarmente appiccicosa, il vento e l’abbassamento progressivo delle temperature hanno portato alla formazione della ‘calaverna’, vale a dire dei manicotti di ghiaccio che si sono formati anche sulle grosse linee da 35mila KVolt. Purtroppo si è trattato di un evento atmosferico eccezionale che anche la tecnologia più moderna difficilmente riesce a sopportare».

Molti utenti, oltre che per l’assenza di elettricità, si sono lamentati delle informazioni ricevute dai vostri centralini, dove si riceveva una risposta tramite segreteria telefonica che rassicurava sulla risoluzione dei guasti e raramente si riusciva a parlare con un operatore…
«Il nostro è un sistema all’avanguardia ma che nella giornata del primo febbraio è stato preso d’assalto dalle telefonate con picchi paragonabili alle segnalazioni ricevute nel corso di più mesi. Comunque, anche in questo caso, siamo riusciti a convertire anche altri centri di ascolto di altre regioni per sopperire a questa esigenza. È chiaro poi che i nostri ‘call center’ devono fornire risposte rassicuranti per permettere ai nostri tecnici di proseguire nel lavoro. Occorre comunque che ci sia un filtro nelle chiamate ricevute anche per dare priorità a quella che è la mappatura delle apparecchiature elettromedicali diffuse sul territorio».