Lunedì scorso allo stadio Castellani di Empoli si è svolto un allenamento particolare: niente esecuzione di schemi da parte di mister Sarri o partitelle a ranghi misti ad alta intensità sul terreno del sussidiario ma sezione di tatuaggi ad opera di un maestro specializzato nella realizzazione di opere d’arte sulla pelle. Così si è deciso di festeggiare il successo sul Chievo Verona, con Tonelli che si è regalato un samurai, Hysaj i propri numeri di maglia, Verdi il volto di un bambino mentre Mchedlidze se ne è fatti fare addirittura quattro, ed ha ceduto anche uno degli storici magazzinieri azzurri. Fra gli assenti perché per lui certe cose sono cosiddette ragazzate, c’era Massimo Maccarone, duecento presenze con la maglia dell’Empoli festeggiate giusto domenica scorsa, con tanto di targa ricevuta dalle mani del presidente Fabrizio Corsi. Big Mac, unico tatuaggio che ha l’attaccante numero 7 posto sul braccio destro, non aveva bisogno di celebrare i tre punti sulla formazione clivense perché la festa l’aveva fatta proprio sul terreno di gioco con una doppietta decisiva che ha portato a settantuno marcature personali il proprio bottino con il principale club calcistico della Valdelsa.
Maccarone e l’Empoli tatuato ‘sottopelle’ Ecco forse Maccarone non ha bisogno di altri tatuaggi perché sulla pelle ha segnato di fatto il nome Empoli visto il feeling particolare che ha instaurato lui, ragazzo nato nel 1979 a Galliate, provincia di Novara, con un luogo della provincia toscana. «Quando parliamo di lui stiamo parlando di un grandissimo giocatore -ha spiegato Matias Vecino, autore di due assist domenica scorsa per altrettanti gol di Massimo Maccarone –. Lo conosciamo bene noi compagni di squadra dagli allenamenti, io sapevo che lui ama partire da dietro, non attacca tanto la profondità, ed ho cercato di servirlo al meglio. Per fortuna è andata bene». Un uomo che è diventato sinonimo di Empoli per tanti motivi: per la scelta di non solo tornare nella sua città adottiva quando questa era in serie B e, che finalmente quest’anno sta disputando con lei il suo primo campionato in massima divisione italiana ma anche perché ci mette sempre la faccia nei momenti soprattutto negativi, con i media ed i tifosi. È lui che quest’anno ha rimproverato chi fischiava Tavano dopo le tante prestazioni senza gol del Ciccio azzurro per antonomasia, ed è lui che si è fatto promotore del primo evento nelle scuole di Empoli per veicolare i valori del club guidato dalla famiglia Corsi.
Contro il Palermo, un’altra sfida-salvezza Il Palermo, prossimo avversario dei toscani in campionato, ha Dybala e Vasquez? Gli azzurri si godono Maccarone, fra l’altro un ex rosanero, uno cui amano rendere omaggio anche gli avversari. «È un professionista ed un sincero punto di riferimento per chi ama fare questo mestiere – ha detto Sergio Pellissier soltanto quattro giorni fa di Maccarone –. La dote migliore che gli riconosco è l’equilibrio. Una virtù rara nel mondo del calcio».