SIENA – Non il punto di arrivo, ma un omaggio al percorso fatto. Trentuno anni di vignette satiriche al Corriere della Sera e prima ancora a Repubblica.

Una vita spesa con la matita in mano per Emilio Giannelli, che oggi ha ricevuto il premio “Eugenio Montale Fuori di casa” per la satira.

Avvocato, che significa questo premio?
“E’ un riconoscimento che mi fa piacere, però si guarda avanti. Non potrebbe essere altrimenti per chi lavora su ciò che deve accadere”.
In carriera ha pubblicato più di 11 mila vignette. Ce ne è una che la rende orgoglioso?
“Direi che ce ne è una non mi rende orgoglioso: quella che pubblicherò domani. A parte gli scherzi, non si può essere orgoglioso di una vignetta. Per me sono tutte uguali, anche se le reazioni del pubblico sono differenti”.
Ne avrà una preferita…
“Quella dove si parlava delle spese della monarchia inglese e della crisi legata alla mucca pazza. C’era scritto ‘Dio salvi la regina’. Mi ha dato diversi grattacapi e anche al giornale. Il mio riferimento però voleva essere alla carica, non alla persona”.
Tra la politica di allora e quella di adesso che differenze vede?
“Adesso manca il dibattito nei partiti e anche i personaggi. Oggi prevalgono la personalizzazione e la presa di posizione di un leader, che identifica anche la linea del partito”.
Un politico che ha ritratto con particolare interesse?
“Non c’è uno in particolare. Osservo che prima c’era maggiore interesse attorno alla politica e questo dava sfogo anche alla satira. C’era addirittura un premio a Forte dei Marmi. Questo clima adesso non lo rivedo”.
Tutto ciò rendeva il suo lavoro più semplice?
“No, c’erano più spunti. Quindi, si poteva diversificare la materia trattata. Ma si ritorna al discorso dei personaggi. I partiti di allora ne avevano più d’uno”.
Riscontra un appiattimento anche della satira?
“Quello no, anzi ce ne è più di prima. Tra gli anni Sessanta e Settanta se ne vedeva molta meno. Oggi tutti i giornali pubblicano una vignetta di satira. Senza dimenticare social e televisione. Quindi direi che c’è un’esplosione”.
Come vede l’imminente tornata elettorale?
“Male, perché ci sarà molta astensione. Quindi c’è un rifiuto di tante persone a seguire una politica che da qualsiasi parte si guarda, dà sempre il peggio di sé”.
Oggi, artisticamente, da chi si sente ispirato?
“Da nessuno. E’ la cronaca quotidiana che mi dà il materiale per disegnare. E’ finito il tempo della caratterizzazione dei personaggi in base a certi connotati fisici”.