Sono ormai parecchie settimane che il Bollettino Meteo del Sangue, predisposto quasi quotidianamente dal Centro Regionale Sangue, segnala una situazione di forte carenza nelle scorte di emazie in Toscana. Più volte è stato necessario provvedere ad un approvvigionamento fuori Regione. E’ una situazione che Avis in Toscana vive con forte preoccupazione, a cui bisogna dare risposta sin da ora programmando e prenotando le donazioni, affinché nei prossimi mesi siano garantite le scorte necessarie. Complici il caldo eccezionale di questo ultimo periodo e l’inizio delle ferie estive; ma anche, un indebolimento della rete trasfusionale. Infatti, a causa del percorso di accreditamento delle strutture trasfusionali, imposto dalla normativa europea, si è passati da 56 Unità di raccolta associative a 14 (di queste 6 di Avis), determinando disagi nei donatori che debbono fare diversi chilometri in più per raggiungere una delle 39 strutture trasfusionali pubbliche presenti sul territorio.
L’appello Avis chiede, ancora una volta, un forte impegno ai propri donatori, affinché programmino la loro donazione estiva prenotando su Agendona (il sistema di prenotazione elettronico del Sistema Trasfusionale toscano) e che non si facciano scoraggiare da qualche kilometro in più per andare a donare. Chiede alla Regione Toscana e ai dirigenti dei Centri Trasfusionali che tutte le strutture siano operative a pieno regime nei mesi estivi, con una opportuna turnazione del personale e che accolgano i tanti donatori che prima facevano riferimento a strutture oggi chiuse perché non rispondenti ai requisiti minimi di qualità e sicurezza.
Interventi a rischio rinvio «Ci stiamo adoperando, appellandoci a tutti i nostri donatori – commenta Luciano Franchi, presidente di Avis Toscana – affinché, da oggi alla fine del mese, si possa coprire la mancanza di sacche donate. E’ da sottolineare che, anche se le urgenze chirurgiche vengono comunque garantite, esistono tutta una serie di interventi programmati che, in assenza di scorte, rischiano di essere rinviati. Ciò – prosegue Franchi – determina innanzitutto una ricaduta negativa nella qualità della vita dei pazienti e secondariamente uno slittamento nei mesi autunnali di tutti gli interventi non eseguiti nei mesi di luglio e agosto».