Lulù è la mascotte e insieme agli altri due cagnolini, Asia e Stella, rallegrano la vita del centro di accoglienza Slataper, la struttura gestita dalla cooperativa Il Cenacolo, aderente al Consorzio Co&So, dove trovano riparo le persone in condizioni di precarietà economica e abitativa. L’anno scorso, proprio in questo periodo dell’anno caratterizzato da temperature più rigide,  il centro ha aperto per la prima volta le sue porte anche agli animali da compagnia ed è stato un successo. Un esperimento unico nel suo genere a Firenze.

Il direttore del centro: «Cane anche strumento di relazione» «Spesso le persone non accettano l’aiuto perché le strutture non consentono di ospitare animali, noi abbiamo deciso di eliminare questa restrizione e dopo un anno possiamo dire di aver fatto bene», commenta il direttore del centro di via Slataper, Andrea Ricotti. In questo momento sono tre le persone accompagnate dai loro inseparabili amici animali nella struttura che può ospitare fino a 42 persone, italiane e straniere. «Il cane diventa anche uno strumento di relazione tra le persone che vivono nel nostro “condominio sociale”, rallegra la vita del centro e la condivisione degli spazi – continua Ricotti – Se ad esempio il padrone o la padrone deve assentarsi, il cane viene tranquillamente accudito dagli altri ospiti. Ovviamente abbiamo delle regole a cui tutti i padroni di animali devono attenersi».

Il regolamento Un regolamento spiega infatti a quali condizioni gli animali possono essere ospitati: devono ovviamente essere vaccinati e avere il microchip che li identifica. Inoltre, per ragioni di sicurezza, non possono essere ospitati cani che rientrano nella lista delle razze pericolose e sono di taglia medio-grande e grande.

 

È responsabilità dei proprietari che i cani non abbaino e non sporchino e in caso di trasgressione gli operatori prenderanno provvedimenti.  “Le regole sono essenziali per consentire una convivenza civile e rispettosa degli spazi altrui – conclude Ricotti –  Solo così possiamo aiutare le persone che vivono nel centro a costruire tra loro relazioni serene”