AREZZO – Precipitazioni sporadiche e scarse non bastano a dare sollievo ai campi. Le portate dei corsi d’acqua, in tutto il comprensorio Alto Valdarno, come nel resto della penisola, sono scarse. Nelle campagne sono evidenti i segni di una siccità che rischia di complicarsi con l’arrivo dell’estate.
L’emergenza acqua anche in questo territorio è grave e rischia di mettere ko produzioni e colture.
Lo hanno rappresentato con chiarezza le organizzazioni professionali agricole, intervenute all’incontro, organizzato dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, a Bettolle, nel comune di Sinalunga, in occasione del “Valdichiana Day”, giornata di eventi, iniziative, esperienze e degustazioni, promossa, in collaborazione con l’Associazione Amici della Chianina e con il patrocinio di Regione Toscana e Comune, per celebrare il centenario della moderna bonifica. Proprio dal territorio salvato dalla palude è arrivato il grido d’allarme.
Per Valentino Berni, Presidente di Cia Agricoltori Italiani – Toscana “La Valdichiana nel passato è stata interessata da coraggiosi interventi di bonifica per togliere l’acqua, che dobbiamo mantenere in efficienza. Oggi occorre lo stesso impegno e il medesimo coraggio. E’ necessario osare senza perdere tempo per portare acqua alle imprese agricole, perché l’agricoltura, anche quella che storicamente non aveva necessità irrigue, adesso ha bisogno della risorsa, per continuare a produrre e ad essere competitiva. In Alto Valdarno ci sono progetti e un invaso importante come Montedoglio, ma occorre trovare soluzioni adeguate per tutta la Toscana, cogliendo le opportunità offerte dal PNRR e da tutte le altre programmazioni. Lavorando insieme: imprese agricole, Regione, Comuni, Province, Consorzi. Il fondo di rotazione, messo dalla Regione Toscana a disposizione del sistema della bonifica per la progettazione di nuove infrastrutture irrigue, è un primo passo. Ma deve essere potenziato. L’irrigazione è e sarà sempre più una priorità”.
Analogo appello è venuto da Marco Neri, presidente regionale di Confagricoltura Toscana: “Deve continuare l’opera iniziata dal Consorzio di Bonifica. Occorre utilizzare l’acqua dell’invaso di Montedoglio per soddisfare le necessità produttive delle imprese agricole. Di più: occorre fare uno sforzo per riuscire a garantire l’acqua a un prezzo giusto. Questo per ottimizzare non solo qualitativamente ma anche quantitativamente le produzioni, in un momento storico in cui si chiede all’agricoltura di produrre di più per garantire una sostenibilità alimentare e per soddisfare nuove esigenze, accentuate dal conflitto bellico russo-ucraino. In questo contesto, la disponibilità idrica è essenziale”.
Opinioni diverse sulle modalità di produzione, ma analoghe necessità sono state manifestate da Coldiretti Arezzo, con il Direttore Raffaello Betti. “E’ un momento complicatissimo: si profilano seri problemi geopolitici e si temono gravi carestie. C’è un assoluto bisogno di produrre e, contestualmente, di ripensare anche le politiche agricole per fronteggiare nuovi bisogni,. Dobbiamo fare tutto questo senza rinunciare ai nostri valori: peculiarità, identità territoriale e storicità delle produzioni. Sono i punti di forza che ci consentono di contnuare continuare ad essere competitivi sul mercato. Su tutto però una considerazione è d’obbligo: senza acqua non si può produrre!”.
L’appello delle organizzazioni professionali agricole ha trovato piena solidarietà dei quattro consiglieri regionali presenti all’iniziativa.
Ne ha parlato per primo Vicenzo Ceccarelli, aprendo la carrellata degli interventi: “Non ce ne vogliano Pietro Leopoldo e il Fossombroni, ma oggi dobbiamo fare esattamente il contrario di quello che hanno fatto loro. Abbiamo necessità di portare l’acqua all’agricoltura della Valdichiana. La Regione Toscana ha affrontato il problema istituendo un fondo di rotazione per favorire la progettazione di nuove reti. E’ un’opportunità per completare il sistema di Montedoglio, conquistando le risorse messe a disposizione dal PNRR. Non sarà sufficiente, ma è un segnale importante. Certo dovremo fare di più per consentire lo sviluppo di progettualità che abbiamo reali possibilità di finanziamento e affrontare così un problema destinato a diventare sempre più urgente”, ha concluso Ceccarelli.
Disponibilità e impegno in questa direzione sono venute anche dalle consigliere regionali Elena Rosignoli e Anna Paris.
“E’ importante raccontare il lavoro svolto dal Consorzio di Bonifica, un lavoro prezioso per difendere e valorizzare il territorio, soprattutto se portato avanti, come accade in questo comprensorio, in collaborazione con i comuni e le associazioni che sono sempre più partecipi e attivi. In questo percorso è fondamentale lo sviluppo dell’irrigazione, questione all’attenzione della Regione Toscana, impegnata a sostenere con convinzione lo sviluppo delle reti”, ha spiegato Rosignoli.
“L’excursus storico proposto nel corso del workshop ha evidenziato un dato importante: l’impegno e l’attenzione posti da Pietro Leopoldo nel territorio hanno saputo creare sviluppo e crescita demografica. Un esempio che possiamo e dobbiamo replicare oggi. Anche con il supporto dei numerosi soggetti, dal Consorzio di Bonifica alle comunità del cibo, che, insieme, lavorano per valorizzare l’area e le sue peculiarità. In questo quadro, l’acqua è una risorsa strategica”, ha commentato Paris.
“I consorzi di bonifica svolgono un ruolo fondamente per portare avanti e realizzare i progetti di potenziamento delle reti irrigue – ha precisato Marco Casucci, vice presidente del consiglio regionale toscano -. Il nostro ruolo istituzionale – e noi siamo qui a dimostrarlo! – è di incalzare gli amministratori per ricercare soluzioni utili per intercettare i finanziamenti necessari e dare forma a progetti capaci di garantire, soprattutto nelle aree dove la risorsa è già disponibile, la necessaria fornitura alle imprese agricole. Al di là delle posizioni politiche, è nostro compito svolgere questa attività di pressing insieme e uniti: l’irrigazione per tutti è una priorità. La politica ha l’obbligo di garantire ai Consorzi di Bonifica la possibilità di svolgere il ruolo tracciato, in modo estremamente lungimirante, dal Congresso di San Donà del Piave 100 anni or sono. Abbiamo visto infatti che, grazie alla loro operatività, i territori sono più sicuri, belli e apprezzati”.
“I Consorzi di Bonifica hanno ben chiari i bisogni del territorio. Grazie all’attività di sopralluogo e monitoraggio, sanno dove insistono le criticità dal punto di vista idraulico e dove risiedono le maggiori necessità irrigue. Queste competenze, maturate negli anni, sono una risorsa su cui la Regione Toscana può contare per definire interventi e strategie. E’ infatti grazie a questa efficace sinergia con gli interlocutori regionali, oltre che con le amministrazioni locali, i rappresentanti delle categorie economiche, le associazioni, se siamo riusciti progressivamente a migliorare la prevenzione del rischio idraulico e a individuare possibili soluzioni per portare l’acqua alle imprese agricole, dove il bisogno è ormai emergenza. Ci auguriamo che questa collaborazione possa continuare e rafforzarsi per poter intercettare e utilizzare in modo più efficace le importanti risorse rese disponibili dal PNRR e dalle altre linee di finanziamento”, ha concluso la Presidente del Consorzio Serena Stefani, chiudendo il workshop, dove verbalmente si è siglato un nuovo e più ampio patto per l’acqua, che coinvolge tutti: Consorzio, istituzioni e rappresentanti del mondo agricolo.