Si avvicina la scadenza per presentare i candidati alla presidenza e al consiglio della Toscana. Sarà possibile presentare le liste dalle 8 di venerdì 26 alle 12 di sabato 27. Ecco l’iter necessario per l’approvazione dei nomi e la normativa che regola il giusto svolgimento di questa fase della corsa alla presidenza.


Presentazione dei nomi candidati – Le candidature per la presidenza della Regione dovranno essere presentate agli uffici della Corte d’appello di Firenze. Le liste dei candidati consiglieri vanno consegnate invece agli uffici dei tribunali di ciascun capoluogo di provincia.
La legge elettorale toscana, a differenza di altre regioni, non prevede una raccolta di firme a sostegno della candidatura del presidente perché deve essere sostenuto da almeno una lista e sono le liste che lo presentano. Occorrono invece le firme dei cittadini elettori per le liste dei candidati consiglieri, diverse da provincia a provincia. Ne servono tra 1.750 e 2.500 a Firenze, tra 750 e 1.000 a Massa-Carrara, tra 1.000 e 1.500 in tutte le altre otto province toscane.


Chi autentica le firme – Le firme potranno essere autenticate dai segretari comunali, da funzionari incaricati dal sindaco o dal presidente della provincia, da consiglieri provinciali e comunali che comunichino la propria disponibilità al sindaco o al presidente della provincia. Potranno autenticare le firme anche i consiglieri, provinciali o comunali, che siano contemporaneamente candidati. Lo potranno fare, come gli altri, negli uffici di Comune e Provincia ma anche in un luogo pubblico, purché aperto e all’interno del territorio di competenza. Gli uffici elettorali dei Comuni dovranno rimanere aperti, per la sottoscrizione delle liste, almeno 8 ore al giorno da lunedì al venerdì e 8 ore anche sabato 20 e domenica 21 febbraio, oltre ai giorni di presentazione delle liste. Nei comuni con meno di tremila abitanti gli uffici dovranno rimanere aperti per almeno 4 ore al giorno.


Liste ufficiali – Una volta ottenuta l’approvazione dei Tribunali e dalla Corte d’Appello, bastano 48 ore per il via libera, altrimenti, in caso di contestazione la pronuncia potrebbe slittare fino al 3 marzo. Il numero massimo dei candidati consiglieri per ciascuna lista varia a seconda della popolazione della provincia. A Prato, Massa-Carrara e Grosseto non potranno essere più di tre, a Siena e Pistoia gli aspiranti consiglieri di ogni lista potranno arrivare a 4, 5 a Livorno ed Arezzo, 6 a Pisa e Lucca e 14 a Firenze. In ciascuna lista non potranno essere presentati più di due terzi di candidati dello stesso genere. Se su tre aspiranti consiglieri due sono maschi, il terzo dovrà essere donna. O viceversa. Il candidato presidente dovrà indicare chi intende nominare vice-presidente della giunta regionale. La legge elettorale toscana non prevede la possibilità di esprimere preferenze. I consiglieri sono eletti nell’ordine con cui compaiono sulla scheda elettorale, che deve rispecchiare, pena un’ammenda, i risultati delle primarie (per le liste che vi hanno fatto ricorso).


Par condicio e spazi di propaganda – Dall’indizione dei comizi elettorali, avvenuta l’8 febbraio, sono scattate le norme della par condicio. Tra il 23 e il 25 febbraio le giunte comunali dovranno delimitare gli spazi per le affissioni di propaganda elettorale. Anche i partiti e gruppi politici che non partecipano direttamente alle elezioni potrà richiederli, per fiancheggiare altre liste, ma dovranno farlo entro il 22 febbraio. I Comuni dovranno mettere i propri locali a disposizione dei partiti e movimenti che partecipano alla competizione elettorale. Per la stampa di materiale tipografico o per l’acquisto di spazi di comunicazione politica su televisioni, quotidiani e periodici, come per l’affitto di locali e per le spese che riguardano l’organizzazione di manifestazioni, sono previste agevolazioni fiscali. Nei trenta giorni che precedono il voto sono previste anche tariffe postali agevolate per l’invio di materiale elettorale. Da venerdì 26 febbraio è vietato il lancio di volantini in luogo pubblico, la propaganda elettorale luminosa o figurativa (escluse le insegne delle sedi dei partiti) e la propaganda luminosa mobile. Sempre dal 26 febbraio scattano le norme che regolano l’uso di altoparlanti su mezzi mobili, che, se usati per propaganda elettorale, devono essere preventivamente autorizzati dal sindaco o dal Prefetto. Infine, dal 13 marzo sino alla chiusura delle operazioni di voto è vietato rendere pubblici o diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni o gli orientamenti politici degli elettori, anche se effettuati in un periodo precedente a quello del divieto.


Siena


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