SIENA – L’intenzione c’è sempre stata, adesso c’è anche l’ufficialità. Emanuele Montomoli ha annunciato la candidatura a sindaco di Siena.
Quello che resta in sospeso è l’area che portato avanti la sua proposta elettorale. Il fondatore di Vismederi è di fatto un candidato civico, ma senza preclusioni per i partiti. Il punto di riferimento per il momento “guarda a quel 40% di voti di chi si è astenuto nel 2018” e che in una situazione in cui “il Pd, che ha rovinato la città, candida un uomo di partito, il centrodestra va con un sindaco uscente, che ha creato grande scontento, e Pacciani” allora “c’è davvero la possibilità di giocarsela fino in fondo”.
Una situazione che diventerà più chiara dopo il 25 settembre e Montomoli è il primo a esserne consapevole, partendo dalla convinzione che alle urne la spunterà il centro-destra: “Qualora accadesse questo scenario Letta non potrebbe imporre una candidatura e a destra si andrebbe avanti con De Mossi”, quindi “ci sarebbero comunque degli scontenti di ambo le coalizioni che sarebbero pronti ad appoggiarmi con liste proprie. E non scordiamoci poi che c’è una area di centro da coprire, dove ci sono partiti come quello di Calenda”. Riguardo alle proposte, la parole d’ordine è concretezza e non ideologie “che non servono alla città”, mentre sui programmi ha aggiunto: “Non faccio promesse elettorali, perché determinate cose sono difficili da programmare per ristrettezze economiche o competenze territoriali. Io voglio cercare di essere pratico sulle cose da fare”.
Tra gli altri spunti offerti, l’innovazione, “dobbiamo tornare ad essere strategici come nel 1200, l’autoreferenzialità non paga più”, il Biotecnopolo, “il Comune deve mettere subito a bilancio 400mila euro per entrare nella Fondazione, si deve agire sulla regia”, e la cultura, “mi piange però il cuore vedere utilizzato il Santa Maria della Scala in questo modo”.