ROMA – Nel 74% dei casi (nel 2023 era il 77%) il numero di candidati di sesso maschile supera quello delle avversarie donne. Nell’8% dei casi (+ 1% rispetto all’anno precedente) avviene il contrario e ci sono più candidate sindache donne che candidati uomini. Nel 18% dei casi la sfida è invece perfettamente bilanciata.

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Lo rivela uno studio del Centro Studi Enti Locali, basati su dati del Viminale, secondo cui a contendersi la fascia tricolore nelle amministrative 2024 saranno soprattutto uomini. Le aspiranti sindache coinvolte in questa tornata elettorale sono il 21% del totale, contro il 20% del 2023 e il 19% del 2022.

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Inoltre, sempre secondo lo studio, in ben 6 comuni su 10 si registra la completa assenza di candidate sindaca. Sale, seppure di poco (dal 4 al 5%), la percentuale di casi in cui – viceversa – la competizione elettorale è una questione tutta femminile, 191 comuni, contro i 2.613 in cui i candidati sono tutti maschi.

Le regioni che vedono il maggior numero di aspiranti sindache in corsa sono l’Emilia-Romagna, la Toscana (entrambe a quota 26%) e il Veneto (25%). All’estremo opposto troviamo Campania (13%), Abruzzo (15%), Liguria e Molise (16%). In mezzo: Lazio (17%), Umbria (19%), Piemonte e Puglia (21%), Marche (22%), Lombardia e Sardegna (23%).

Sebbene la percentuale di enti che non centrano l’obiettivo “quote rosa” sia ancora alta, rispetto alle amministrative 2023 la percentuale di comuni al di sotto dei 5mila abitanti nei quali le candidate erano meno di un terzo del totale è calata sensibilmente, passando dal 47 al 37%.

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