regioneA volte si ha la sensazione di essere su Scherzi a parte. Oggi per esempio, qualche spunto: entra nel Pil del nostro Paese la ricchezza prodotta dalle attività criminali. Solo l’Estonia, la Lituania, la Polonia e la Slovacchia, inserivano le attività illegali nel calcolo del Pil. Poi, da questo mese, l’Europa ha deciso: si cambia e si inseriscono anche le attività illegali. E l’Italia ne ha avuto subito un “beneficio”: insomma, siamo un Paese che va a puttane, a braccetto con l’Europa intera. In Emilia, il primo che dice «vorrei candidarmi alle primarie per le elezioni regionali», viene messo sotto indagine da parte della magistratura, con annesso sputtanamento mediatico e ritirata dalle primarie. Calando in Toscana, dalle nostre parti, si scopre che ci sarà un plotoncino di privilegiati che alle prossime elezioni regionali potrà candidarsi, senza mai apparire. Senza figurare neppure sulla scheda di voto! Perchè il posticino in Consiglio sarà garantito solo dai partiti, bypassando del tutto un minimo – ma proprio un minimo – di legittimazione popolare. Così andrà a finire che ci saranno tanti consiglieri regionali eletti “per grazia ricevuta” dei boss dei partiti. Con tanti saluti alla volontà dei cittadini.

Chiariamo la questione: in Consiglio Regionale è iniziato ieri il dibattito sulla nuova legge elettorale toscana. Che in sostanza reintrodurrà le preferenze, circostanza che consentirà un appiglio concreto a chi vorrà fare tabula rasa delle primarie. Secondo elemento, l’introduzione di un listino bloccato di candidati che non saranno soggetti alla roulette delle preferenze. Il Pd su questo  ha già dichiarato di non usare il listino. Gli altri lo utilizzeranno, per gli usi e gli equilibri interni nei partiti, e quindi non avranno nessuna investitura popolare. Ma fosse solo questo, ormai ci siamo abituati. In Toscana pare si vada all’approvazione di una legge elettorale ancora peggiore. Molti costituzionalisti hanno infatti fatto notare che inserire nella scheda di voto sia i nomi dei candidati da sottoporre alle preferenze dei cittadini, che il listino bloccato dei comunque eletti “per grazia ricevuta”, avrebbe introdotto una discriminazione tra i due status, non proponibile dal punto di vista costituzionale. E allora quale è la bella pensata che sembrerebbe veder accomunati Pd e Forza Italia? Nella scheda di voto, i nomi dei prescelti dai partiti “per grazia ricevuta” non  andranno neppure scritti. Verranno comunicati nei manifesti o chissà, vista la moda, con un tweet.

Siamo dunque in presenza di puri e semplici nominati, neppure inseriti nella scheda di voto. Vi immaginate: quelli che devono sudarsela l’elezione, a scorrazzare per campagne elettorali infuocate e rischiose. Gli altri già sicuri della poltrona, a godersela in attesa di ricevere la prima sostanziosa busta paga da consigliere regionale. E allora perchè non fare una bella cosa: siccome questi ottengono la grazia dell’elezione in Consiglio regionale, senza neppure apparire nella scheda di voto, e siccome sono solo nominati dai partiti, ci pensino i partiti a pagarli. Cioè: il compenso derivante dall’incarico di consigliere regionale vada solo a chi è passato dal vaglio elettorale espresso dai cittadini. Quelli del listino bloccato, nominati dai partiti, non rientrino nel quadro dei compensi che derivano da soldi pubblici, dei cittadini. Non sarebbe una soluzione equa? È  probabile però che, viste le esangui casse dei partiti, andrebbe rapidamente a estinguersi il plotoncino degli eletti per grazia ricevuta dai partiti. E allora, prepariamoci al tweet che ci avviserà che Tizio è il nostro rappresentante in Consiglio Regionale. Magari, se non ci garba, potremo cinguettare il nostro dissenso e perfino postare qualcosa su Facebook. Ma senza esagerare con la critica, visto che nel listino bloccato andranno senz’altro specchiate personalità illustri, competenti, meritevoli. E soprattutto fedeli alla linea.