«Il risultato del voto in Toscana dimostra che questa regione rappresenta un porto sicuro per il Pd e per la sinistra in Italia». Così il riconfermato governatore della Toscana Enrico Rossi nel commentare uno dei pochi risultati positivi per il Partito Democratico e quindi per il suo segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi, in una tornata di elezioni regionali che ha visto alla fine complessivamente un affermazione del centrosinistra in cinque regioni su sette, ma anche la caduta clamorosa in Liguria e soprattutto Veneto.
Sorridono Lega e M5S Rossi si conferma leader in Toscana con il 48% di preferenze, seguito dall’exploit di Claudio Borghi con la Lega al 20,02%. «Il risultato della Lega è straordinario, a dimensione lombarda – ha commentato il candidato governatore per la Lega – Basti pensare che due anni fa, alle elezioni politiche, la Lega ottenne in Toscana lo 0,67. Porteremo l’opera di denuncia del malgoverno di Rossi, perché continuerà, a livello nazionale». Silenzio notturno o quasi dal Movimento cinque stelle che invece si attesta sul 15%. Se Giacomo Giannarelli ha preferito rimandare un commento definitivo ai dati solo nelle prossime ore, dai vertici del partito che ha in Beppe Grillo il punto di riferimento si sottolinea che: «prendere il 15% in Toscana significa che non solo non c’è il crollo auspicato del Movimento cinque stelle ma che siamo pronti e determinati a portare i nostri uomini in Consiglio regionale e battagliare su ogni questione come sta avvenendo da due anni in Parlamento e da oltre un anno in Consiglio comunale a Firenze». In questo senso Enrico Rossi ha dichiarato: «Se ci saranno temi importanti con divergenze comuni, siamo pronti a confrontarci con il Movimento cinque stelle. Basta che non siano proposte insensate come la cancellazione della mammografia per le donne».
Forza Italia s’interroga «Ci davano tutti per sconfitti certi, spacciati, senza una possibilità ed invece quasi il dieci per cento dei consensi dimostra che esistiamo, che Forza Italia non scompare come i sondaggi avevano previsti e che purtroppo soltanto le divisioni all’interno del centrodestra hanno creato una corsia preferenziale per Enrico Rossi – ha detto invece Stefano Mugnai, candidato a governatore della Toscana del partito guidato da Silvio Berlusconi – Purtroppo in questa regione esistono legami difficili da rompere ma come ho fatto nel precedente Consiglio regionale, siamo pronti a dire la nostra soprattutto su alcune partite tutt’altro che chiude, a cominciare dalla sanità». Tommaso Fattori, leader della lista ‘Toscana a sinistra’ è felice del 6,28% che gli consente di portare almeno un rappresentante nel prossimo consiglio regionale. «Sono felice. Stiamo gettando un seme per costruire, non solo in Toscana, ma anche in Italia, una casa comune alternativa al Pd e alle destre. E’ l’inizio di un percorso, faremo il nostro lavoro in Consiglio regionale toscano e nel Paese, un percorso connesso alla sinistra europea, come la Spagna, l’Irlanda e la Grecia. Ricorderemo a Rossi che cosa è una politica di sinistra – ha aggiunto Fattori – e glielo ricorderemo tutti i giorni in consiglio. Le percentuali della Lega? E’ preoccupante, perchè è un’opposizione che parla alla pancia». Silenzio da parte di Giovanni Lamioni, leader di Ncd che non va oltre l’1,27% dei consensi, mentre Gabriele Chiurli di Democrazia diretta che non ha superato lo 0,30% si è limitato ad un laconico: «Deluso dal voto complessivo e da una bassa affluenza alle urne che ha condizionato il risultato di tutti i candidati tranne che quello per Enrico Rossi».