Firenze è la terza città più Smart’ d’Italia, secondo la classifica ICity rate 2017, con una crescita che, dal quarto posto dello scorso anno, la sta portando più vicina alla vetta e con buoni risultati rispetto alla maggior parte degli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Onu per il 2030.
L’analisi Stando al report, fra 13 anni il capoluogo toscano avrà migliorato i suoi punti deboli, come la qualità dell’aria e dell”acqua (con iniziative per ridurre le emissioni di CO2 e la dispersione idrica) e l’emergenza abitativa (con un piano per la creazione di nuovi alloggi), potenziato i suoi punti di forza, come le politiche per il turismo sostenibile, l’istruzione e l’occupazione, e investito per ottimizzare la gestione dei rifiuti e incrementare le infrastrutture per la mobilità alternativa. È, in sintesi, il ritratto di Firenze che emerge da Smart Bechmarking, il percorso di analisi, approfondimento e confronto per definire l’agenda urbana di lungo periodo realizzato per la città da Fpa, presentato questa mattina a Palazzo Vecchio. All’incontro hanno preso parte anche Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa, e il sindaco Dario Nardella. In base allo studio, però, ci sono ambiti in cui Firenze deve fare ancora molta strada. Attualmente, il 46,6% dell’acqua immessa nella rete idrica non viene erogata ma dispersa. Per raggiungere l’obiettivo Onu di riduzione della dispersione idrica a una soglia compresa fra il 10% e il 20%, il Comune ha avviato un progetto di distrettualizzazione della rete idrica urbana, con investimenti per sostituire le arterie principali e dotarsi di tecnologie più sofisticate per migliorare il monitoraggio della rete e individuare le aree di rottura attraverso i satelliti. Per quanto riguarda la qualità dell’aria e il risparmio energetico, la città si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 40%, attraverso la riqualificazione energetica degli edifici pubblici (con un risparmio energetico del 20%) e la sostituzione di 33mila lampade (su un totale di 45mila punti luci) con altrettanti apparecchi Led (con un taglio dei consumi energetici pari a -10 milioni di Kw/h e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a -12mila tonnellate all”anno), e diminuire i consumi energetici del 40%, incrementando contemporaneamente di oltre il 5% la produzione di energia da fonti rinnovabili.