Dovevano essere abolite, poi la legge Delrio le ha trasformate in enti di secondo livello e la riforma Renzi-Boschi le avrebbe volute togliere dalla costituzione. Invece sono ancora lì, le province italiane, non più in liquidazione, ma con la metà delle risorse finanziarie, il personale ridotto e le competenze riformate. In questo quadro, domenica scorsa a Massa Carrara, provincia medaglia d’oro per la Resistenza, è stato eletto il nuovo presidente, figura che si pensava inutile qualora avesse vinto il sì al referendum costituzionale e oggi tornata ad essere strategica per il territorio. Gianni Lorenzetti è il sindaco PD di un piccolo comune di costa, sulla Riviera, Montignoso, ed è stato eletto con la sua lista di centro sinistra, appoggiata anche da SEL e PSI, battendo il sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, che si presentava con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Lo abbiamo intervistato.
S.O.S all’UPI. «Fino alla settimana scorsa- spiega Gianni Lorenzetti– mi apprestavo a diventare una figurina inutile, finta istituzione italiana. Oggi esercito un potere praticamente monocratico, unendo quello del presidente a quello della giunta provinciale che non esiste più; gestisco un bilancio da oltre 17 milioni di euro, 700 km di strade, per lo più di montagna e una trentina di edifici scolastici anteguerra. Va da sé che dobbiamo ripensare le province e dotarle di strumenti che possano farle lavorare bene». Per questo Lorenzetti, che è il primo presidente della provincia ad essere stato eletto dopo il referendum, ha già chiesto un incontro con L’UPI, l’Unione delle province italiane, affinché possa avere delucidazioni sul futuro, ancora troppo nebuloso. «Mi è sembrato di capire- continua il presidente Lorenzetti– che ci sia la volontà di aumentare la valenza politica delle province. È probabile che si rimetta mano alla Delrio, almeno sul versante delle competenze e sul tappeto ci sono tantissime sfide. Quello che vogliamo e dobbiamo fare, non lo possiamo fare con le risorse e il personale che ci hanno lasciato».
Il bilancio e il prelievo forzoso. Il presidente Lorenzetti, come previsto dalla legge Delrio, resterà in carica per quattro anni ed essendo stato eletto sindaco di Montignoso nel giugno scorso potrà svolgere un mandato completo. «Non ho intenzione- dice Lorenzetti– di fare il pupazzo di paglia. Gli anni passati la libertà di manovra degli organi provinciali non ha lasciato spazio a niente; la Provincia nel 2016 ha incassato alla voce entrate proprie 17 milioni 323 mila 937 euro: di questi dovrà versarne obbligatoriamente entro la fine dell’anno allo Stato 9 milioni 863 mila 684, circa il 57%. Io a questo prelievo forzoso, giustificato come contributo alla finanza pubblica, non mi presterò».
L’aiuto dei comuni. Il futuro, però, non è comunque rose e fiori: la stima per il 2017 vedrà salire questo prelievo da parte dello Stato a circa 11 milioni 600 mila euro, avvicinandosi all’azzeramento delle entrate. «Alcune idee per sopravvivere le abbiamo- dice Lorenzetti– ma io non voglio sopravvivere. Le province devono tornare strategiche e qualcuno dovrà mettere mano al portafoglio. Ad esempio- continua il neo presidente- a breve inizieranno le vere nevicate in montagna e io, facendo un primo giro per gli uffici, ho scoperto che non ci sono risorse per coprire la spesa della manutenzione sulle strade. Dovremo chiedere aiuto all’Unione dei Comuni e sopperire così». «E’ come se- conclude il presidente- avessimo risvegliato un uomo da un coma decennale. Adesso dovrà imparare di nuovo a camminare, a parlare e a stare in piedi da solo».